Pagamento gas in rubli, cosa significa e qual è la situazione

La situazione legata alla scelta della Russia di avere il pagamento del gas in rubli è in evoluzione

Il pagamento del gas in rubli che la Russia chiede sta facendo molto discutere. L’Europa, ed in particolare paesi come l’Italia e la Germania, importano una gran quota della forniture proprio da Mosca. La necessità della materia prima è tale che, ad oggi, nonostante i programmi sanzionatori in seguito all’invasione dell’Ucraina non è stato possibile interrompere questa tipologia di rapporto commerciale con la Russia.

Pagamento gas in rubli, perché?

Negli ultimi giorni è emersa la volontà da parte della Russia di non farsi pagare più il gas in dollari, euro o qualsiasi altra valuta, ma in rubli. Si tratta della moneta nazionale di Mosca. Una richiesta che obbligherebbe i paesi che ricevono le forniture ad acquistarla, facendo aumentare la richiesta e generando conseguenze positive a livello monetario per il paese presieduto da Vladimir Putin.

Per i paesi occidentali è una violazione contrattuale

Dalla settimana scorsa Vladimir Putin aveva chiesto ai propri enti che si occupano delle forniture di gas verso l’estero di individuare la strategia per iniziare a ricevere i pagamenti del gas in rubli. Un’opzione, però, non gradita dai paesi occidentali che lo ricevono e che, in alcune dichiarazioni, hanno inteso sottolineare come una scelta di questo tipo rappresenti una violazione contrattuale.

Si evince così facilmente come una scelta di questo tipo equivalga al rischio di creare un cortocircuito: il mancato incasso di un’importante fonte di reddito per la Russia, la possibilità di vedere interrotte le forniture per le nazioni europee che ne hanno necessità.

Interruzione senza pagamento gas in rubli ? Ipotesi difficile, secondo alcuni

Secondo alcuni analisti questo cortocircuito potrebbe non essere realmente un pericolo concreto. Anche perché un’eventuale brusca interruzione delle forniture equivarrebbe ad esporre le strutture di trasporto e i giacimenti a pericoli derivanti dall’eventuale abbassamento delle temperature. Più probabile potrebbe essere un’eventuale riduzione.

Pagamento gas in rubli, cosa è cambiato il 31 marzo?

Il 31 marzo è stato il giorno in cui è arrivato il decreto russo che fa seguito alla volontà di ricevere pagamenti per il gas in rubli. Secondo quanto è stato interpretato, si è ravvisata una posizione più morbida rispetto a quella che si poteva immaginare con i primi propositi di Mosca.

I contratti consentirebbero ancora il pagamento in valuta che non sia il rublo (ad esempio in euro) e la conversione arriverà in un secondo momento con l’azione di Gazprombank. Questo, di fatto consentirebbe il rispetto dei contratti senza variazioni legate alla valuta utilizzata.

Pagamento gas in rubli, quali saranno i prossimi scenari?

Tuttavia, questa è una descrizione dei processi semplificata. Tra le cose da valutare su chi graverebbe l’eventuale aggravio di costi legati agli oneri di cambio o se questo meccanismo potrebbe comportare un aumento dei costi delle forniture. Senza dimenticare che il controllo sul gas, sui prezzi e sui rubli in circolazione sarebbero interamente delle autorità russe, generando una situazione in cui il valore del rublo può essere gestito in un certo modo.

Si tratta di scenari che hanno più a che fare con contesti economico-finanziari che solo a «a valle» finiscono per incidere sui cittadini, ma che tuttavia vengono valutati e controllati da chi deve acquistare il gas. Gli sviluppi della situazione restano, dunque, da monitorare. Anche perché é noto che, volendo, l’Italia, per svincolarsi dalla Russia a livello di forniture di gas, avrebbe bisogno di circa ventiquattro-trenta mesi come dichiarato di recente dal ministro Cingolani.