Padova, Luisa perde la vita sul lavoro dopo tre giorni di agonia: era rimasta incastrata in un macchinario

Padova, è morta l’operaia di 62 anni rimasta incastrata in un macchinario

Luisa Scapin non ce l’ha fatta, da quattro giorni si trovava in ospedale ricoverata dopo essere rimasta vittima di un grave incidente all’interno dell’azienda Filtessil di San Giorgio in Bosco, provincia di Padova.

Morta operaia di 62 anni: grave incidente sul lavoro

L’operaia di 62 anni di Villa del Conte, provincia di Padova, è rimasta vittima lo scorso 18 ottobre di un grave incidente sul lavoro presso la Filtessil, un’azienda di San Giorgio in Bosco. La donna è deceduta in seguito alle gravi ferite riportate. La procura ha dato l’assenso all’espianto degli organi ed ha iscritto sul registro degli indagati il titolare della ditta. Ora si indaga per omicidio colposo ed il macchinario in cui la donna stava lavorando rimanendo impigliata, è stato messo sotto sequestro.

Come è morta Luisa Scapin

Luisa stava lavorando al macchinario quando è rimasta incastrata con il camice. È una macchina avvolgi-cavo che ha letteralmente schiacciato e soffocato la 62enne. Un collega l’ha subito soccorsa praticandole un massaggio cardiaco, ci hanno provato anche i carabinieri della stazione di Tombolo intervenuti poco dopo sul posto. Ma per la donna le condizioni erano già gravissime.

Ora sulla terribile tragedia indagano la Spisal ed i carabinieri. Il fascicolo è affidato alla procuratrice aggiunta Valeria Sanzari. La triste notizia è arrivata nella tarda serata di ieri da parte dall’amministrazione comunale di Villa del Conte sui social.

I sindacati quando hanno appreso la notizia dell’ennesimo incidente sul lavoro, hanno chiesto un incontro con il ministro del Lavoro Andrea Orlando: «Dopo le morti di Luana D’Orazio, Giuseppe Siino e Sabri Jaballah poco di concreto è stato compiuto, questa strage va fermata». I tre sottosegretari nazionali di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil, Sonia Paoloni, Raffaele Salvatoni e Daniela Piras hanno concluso affermando:

"È necessario rafforzare la sicurezza nei luoghi di lavoro, aumentando il numero degli ispettori e dandogli ancor più forza d’azione. Questa corsa alla produttività, che sta riducendo in modo sconsiderato gli investimenti sulla sicurezza, porterà solo altre vittime: il caso di Luana D’Orazio ne è, purtroppo, un chiaro esempio".