Novità Imu: non basta cambiare residenza per non pagare l’Imu su seconda casa

Stretta sui furbetti dell’Imu con le case al mare travestite da prima casa del coniuge

Una importante sentenza della Cassazione ha stabilito un principio che di fatto mette spalle al muro quanti usavano una pratica furbesca per non pagare l’Imu sulla seconda casa, sia essa al mare piuttosto che in campagna.

La novità è approfondita bene da un articolo del quotidiano Italia Oggi ed è importante approfondirla perché sono molte le famiglie che hanno evitato l’Imu con un escamotage piuttosto semplice. Famiglie con i coniugi in residenze diverse per non pagare l’Imu su entrambi gli immobili. Ma la Cassazione adesso mette un freno.

Nuova ordinanza della Cassazione

Tutto nasce dal ricorso che un Comune in Abruzzo ha indetto contro una coppia che viveva nella stessa casa ma con residenza in Comuni differenti. Due case entrambe inserite in esenzione Imu proprio in virtù della doppia e diversa residenza dei coniugi. Ma invece il principio di cui si basa l’esenzione lo ha stabilito bene la Cassazione e non è quello della residenza, quanto piuttosto quello dell’effettiva coabitazione dei coniugi.

In altri termini, uno stop all’esenzione Imu sulle seconde case, in piena regola. L’esenzione Imu quindi può essere applicata a condizione che marito e moglie siano residenti e abitino contemporaneamente la stessa casa. L’esonero dal pagamento dell’Imu quindi non vale se la coppia vive nella stessa casa nonostante la residenza in case e comuni diversi.

Nel caso in questione, la donna della coppia ha richiesto l’esenzione dall’Imu perché risiedeva in un Comune diverso dalla casa del marito, dove però effettivamente viveva. Il Ctr dell’Abruzzo inizialmente ha dato ragione alla richiesta della donna, che adesso invece la Cassazione, dopo il ricorso del Comune, ha bocciato.

Cosa significa la nuova ordinanza

Ad un soggetto passivo ai fini Imu, cioè colui che è tenuto a pagare, se è coniugato, per quanto riguarda l’esenzione dall’imposta, o anche solo per godere delle detrazioni e delle riduzioni d’imposta previste per la prima casa , non basta che il suo coniuge abbia trasferito la propria residenza nel comune in cui l’immobile è situato. Questo il principio stabilito dalla nuova ordinanza della Cassazione e ribadito dal quotidiano Italia Oggi.

Infatti, sempre per ciò che si apprende dall’ordinanza, occorre “che in tale immobile si realizzi la coabitazione dei coniugi, atteso che, considerato che l’art. 144 cc prevede che i coniugi possano avere esigenze diverse ai fini della residenza individuale e fissare altrove quella della famiglia, ciò che assume rilevanza, per beneficiare di dette agevolazioni, non è la residenza dei singoli coniugi bensì quella della famiglia”.

Per avere diritto alla detrazione prevista per la prima casa occorre pure che il soggetto passivo ai fini Imu dia prova che l’abitazione su cui si intende godere del beneficio sia dimora effettiva e abituale di tutta la sua famiglia. L’esenzione e la detrazione non scatta quindi se un soggetto può arrivare a dimostrare solo la sua dimora effettiva in quell’immobile. Va ricordato che per l’Imu, l’esenzione prevista per la casa principale richiede che il possessore e il suo nucleo familiare vi dimorino stabilmente e che vi risiedano anagraficamente. Crolla quindi il castello di carte che spingeva famiglie a spostare la residenza di uno dei due coniugi nella seconda casa per evitare di pagare l’Imu.

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