Naspi: requisiti 2020 e come funziona per stranieri comunitari o extracomunitari

Esportabilità della prestazione, requisiti e cosa sapere sulla Naspi.

Il sussidio di disoccupazione Inps, conosciuto con l’acronimo Naspi, è il sostegno economico che la legge garantisce ai lavoratori dipendenti che hanno perso involontariamente il posto di lavoro. La misura e fruibile tanto dai cittadini italiani che da quelli comunitari, e perfino dagli extracomunitari. Ma ci sono regole, requisiti, vincoli e cose da rispettare per poter percepire il sussidio nel momento in cui si perde involontariamente il lavoro. Ribadiamo il principio della involontarietà della perdita del lavoro, perché nel caso di dimissioni, non per giusta causa, da parte del lavoratore, la Naspi non spetta.
Inoltre, una cosa da rimarcare è il caso del lavoratore straniero, che in materia di Naspi, deve tenere in conto, alcune cose in più.

Naspi, cosa dice la normativa

Iniziamo con la definizione dell’acronimo Naspi che è “Nuova prestazione di assicurazione sociale per l’impiego”. Una misura introdotta dal governo di Matteo Renzi con il Decreto Legislativo n° 22 del 4 marzo 2015, nel quale è elencata anche la platea cui la misura si rinvolge. Nel dettaglio, la Naspi è destinata a tutti i lavoratori dipendenti, ad esclusione dei lavoratori della Pubblica Amministrazione con contratto a tempo indeterminato e degli operai agricoli a tempo determinato o indeterminato. La misura è appannaggio di italiani, cittadini di uno Stato membro della UE e degli extracomunitari, purché in possesso dei requisiti generali previsti dalla normativa.
Tali requisiti sono:

  • 13 settimane di lavoro nei 4 anni precedenti la data in cui si è perso il lavoro adesso;
  • 30 giornate coperte da contributi, a prescindere dal minimale, nei 12 mesi che precedono la perdita del lavoro.

La domanda

L’Inps è l’Ente che eroga la prestazione e l’Ente a cui presentare domanda che si presenta da soli sul sito dell’Inps, se in possesso di credenziali di accesso ai servizi telematici dell’Istituto ((Pin dispositivo), oppure tramite Patronato. Dopo aver compilato la domanda, la ricevuta di presentazione che viene consegnata dal Patronato o che è possibile scaricare da Internet con il Pin dispositivo, va presentata al Centro per l’Impiego, dove occorre firmare il patto di servizio, ossia la dichiarazione di immediata disponibilità, la DID.

Le particolarità per gli stranieri

Per i cittadini extracomunitari, la Naspi può essere percepita se in possesso dei requisiti prima citati e se in possesso di un permesso di soggiorno. La fruizione della Naspi può essere continua, anche se il disoccupato straniero, lasci il territorio italiano durante il periodo indennizzato, sia che si rechi in un Paese extra europeo che se si rechi in un paese comunitario. Ma se permane il diritto al sussidio per disoccupati, sul cittadino straniero andato via dall’Italia, permangono i vincoli previsti nel patto di servizio, la cui violazione comporta riduzione e revoca potenziale del sussidio.

In altri termini, il solo abbandono del territorio italiano non fa perdere la Naspi, ma occorre rispondere positivamente e presentarsi a tutti gli appuntamenti che il Centro per l’Impiego avvierà per i beneficiari della Naspi, come previsto dalla sottoscrizione della DID.
Meno drastiche le norme per chi si sposta dall’Italia, ad un altro Paese della UE. In questo caso si entra nell’orbita del regime di sicurezza sociale del Regolamento europeo n. 883 del 29 aprile 2004. Un regime che permette, una volta espletati specifici adempimenti, l’esportabilità dell’indennità di disoccupazione con il conseguente diritto a continuare a percepire la prestazione all’estero fino ad un massimo di tre mesi.