Lecce- Juventus, «togliti la maglia»: sugli spalti è una domenica di agitazione

È già accaduto, si ripete oggi, e probabilmente risuccederà. Sarà un limite di mentalità, o forse un problema di incoscienza da parte di qualcuno.

Ieri al «Via del mare» il 90% dei tifosi sugli spalti tifava Lecce, ma quel 10% di juventini sparso nei settori leccesi è stato abbastanza discreto. Poche, pochissime magliette bianconere, zero sciarpe, nè bandiere (come era accaduto in passato). Soprattutto, non si sono viste grandi esultanze (anche questo era accaduto in passato) al gol della Juventus. Non tutto, però, è filato liscio. Infatti, in Curva Sud qualcuno ha «denunciato» delle scaramucce tra i tifosi locali e un tifoso della Juventus che con suo figlio aveva indossato la maglia bianconera nel settore interamente dedicato ai leccesi. La stragrande maggioranza di tifosi non ha fatto caso alla cosa, volutamente o meno, ma qualcuno non ha gradito e, secondo quanto riportato dai tifosi presenti, al bambino è stata fatta girare la maglia al contrario. Anche in Tribuna Est superiore c’è stato qualche battibecco animato dopo il gol bianconero, ma fortunatamente nemmeno in quel caso il litigio è scaturito in qualcosa di più grave.

A che serve il settore ospiti?

Ed è qui che si apre una questione che da decenni, in tutti gli stadi italiani tiene banco. È giusto tifare per la propria squadra davanti agli altri tifosi e nei settori dedicati a loro? L’Italia non è pronta a questo tipo di concezione dello sport o, piuttosto, si tratta di una questione di rispetto andare nel settore ospiti senza «invadere» i settori dei tifosi avversari? Risulta davvero difficile spiegare i motivi della scelta di colui che preferisce accedere nel settore degli avversari con la propria maglia, anzichè acquistare il biglietto del settore ospiti, come logica vorrebbe. Di certo, davanti a questo articolo ci sarà chi si schiererà da una parte piuttosto che dall’altra, ma un assioma appare chiarissimo: indossare la maglia della propria squadra, nel settore dedicato dagli altri tifosi, ancora oggi è un rischio. È da incoscienti.