Il timore di una crisi alimentare è uno dei temi che gravita attorno alla guerra in Ucraina. Le difficoltà nelle esportazioni di grano da parte di Kiev fanno aleggiare i fantasmi di un’emergenza in grado di generare tensioni sociali. Un rischio che riguarda in maniera particolare quei paesi che hanno una forte dipendenza dalle importazioni grano ucraino.
Ed è per questo che si auspica che i possibili corridoi commerciali possano diventare lo strumento per scongiurarla. C’è chi, però, come Vladimir Putin ritiene che le origini dei problemi siano altri. Ne ha parlato nel corso dl 25^ Forum economico internazionale, che si è tenuto a San Pietroburgo
Crisi alimentare, l’analisi di Putin
Il presidente russo, nelle parole riportate da diverse fonti di stampa, ha parlato di un momento di difficoltà per la comunità internazionale nella sua interezza. Lo ha fatto sottolineando la presenza di «un’ondata di inflazione globale» e l’interruzione delle «tradizionali catene logistiche e produttive». Fattori che sarebbero la conseguenza degli errori nelle scelte politico-economiche da parte dell’Occidente, unitamente alle «sanzioni illegittime». Questo, secondo il presidente della Federazione Russa, avrebbe fatto «aumentare drasticamente la povertà» e innescato i processi che possono determinare «carenza di cibo».
I corridoi del grano come soluzione ipotizzata
Nel frattempo si attende di capire in che modo si potrà sbloccare la situazione relativa al grano presente nel porto di Odessa. L’ipotesi è che si creino dei corridoi che consentano l’uscita delle navi, in maniera tale da evitare che la situazione diventi un problema soprattutto per i paesi più poveri.
Le operazioni, come già ipotizzato nei giorni scorsi, potrebbero avvenire sotto la supervisione della Turchia. Il ruolo di Ankara sarebbe quello di occuparsi dello sminamento e di scortare le navi fino all’arrivo in acque neutrali.
Guerra in Ucraina e rotte commerciali, Kuleba: «Non possiamo fidarci di Putin»
La Russia ha espresso disponibilità a facilitare soluzioni di questo tipo. Tuttavia, in Ucraina c’è anche chi non si fida. «Putin - ha scritto il ministro degli Esteri ucraino Dmitro Kuleba - dice che non utilizzerà le rotte commerciali per attaccare Odessa. Questo è lo stesso Putin che ha detto al cancelliere tedesco Scholz e al presidente francese Macron che non avrebbe attaccato l’Ucraina, giorni prima di lanciare un’invasione su vasta scala del nostro paese». Un ricordo che è anche il preambolo della conclusione. «Non possiamo - ha aggiunto - fidarci di Putin, le sue parole sono vuote».