Gas russo e prezzi, il punto della situazione e i possibili sviluppi

La limitazione delle forniture da parte della Russia sono un tema su cui c’è grande attenzione

I flussi di gas russo verso l’Europa, con frequenza praticamente quotidiana, diminuiscono. Non ci sono timori rispetto a possibili disagi nel breve termine, ma inizia ad emergere la consapevolezza che la questione potrebbe generare criticità nel lungo termine.

Gas russo: l’ultimo aggiornamento in Italia da parte dell’Eni

In data 18 giugno, sul sito dell’Eni, è arrivato un nuovo aggiornamento della situazione. «Gazprom - si legge - ha comunicato per la giornata di oggi l’erogazione di volumi di gas in linea con quanto consegnato negli ultimi giorni». Un riferimento che richiama, però, giornate in cui è emerso come il gas arrivato dalla Russia sia stato al di sotto di quanto previsto. Risulta chiaro come la situazione imponga un’innalzamento del livello d’allerta.

Questo perché bisogna prepararsi all’inverno. Quando le temperature si abbassano il fabbisogno nazionale di gas aumenta in maniera considerevole. Diventa perciò cruciale che nelle prossime settimane si creino i presupposti affinché si arrivi ad un livello di riempimento degli stoccaggi che consenta di approcciarsi alla stagione fredda con tranquillità. Questa è la fase in cui in Europa si dice serva arrivare all’80% per avvicinarsi all’inverno in maniera sicura.

Gas: non sono al momento previste misure emergenziali

In attesa di capire quali saranno le mosse del Governo in questa fase di monitoraggio della situazione, può essere utile precisare un dato. Non sono al momento previste misure che si possano considerare emergenziali in relazione al consumo di gas. Resta, invece, da capire come andranno ad evolversi le cose e se si potrà ritornare a beneficiare di forniture a pieno regime.

Da parte russa si è sempre parlato di problematiche legate a questioni di manutenzione. Considerata quella che è la situazione politica a livello internazionale, non sono mancate le voci che hanno lasciato intendere di avere riserve sulle motivazioni addotte rispetto alla limitazione dei flussi di gas riscontrata.

Gas russo: la questione riguarda tutta Europa e c’è la questione prezzi

La questione non riguarda unicamente l’Italia, ma anche altri paesi dell’Unione Europea. Tra questi figura la Germania che, con l’Italia, è una delle nazioni che maggiormente dipende dal gas russo. Coinvolti nella problematica ci sono, però, anche Polonia, Bulgaria, Finlandia. Per tutti il problema non è nel breve termine.

E c’è l’altro dato da non sottovalutare: i prezzi. Il costo del metano presso la borsa di Amsterdam ha fatto segnare un aumento del 43% in solo una settimana. La variazione registrata oscilla tra gli 82,5 euro al MWh iniziali e 117,74 euro finali per il periodo.

Semplificando la questione superando tecnicismi finanziari: meno gas c’è, più costa. E già prima della guerra in Ucraina si faceva i conti con il problema bollette. Il tema gas resta di stretta attualità e si attendono le evoluzioni dei prossimi giorni.