Gas: nuova intesa tra Algeria e Italia, ecco cosa prevede

Firmato Memorandum d’Intesa tra Eni e Sonatrach

Il gas e l’approvvigionamento energetico restano un tema di grande rilevanza in questa fase storica. L’accordo firmato tra Eni e Sonatrach il 26 maggio rappresenta un ulteriore tassello di rafforzamento nella cooperazione tra Italia ed Algeria.

Firmato Memorandum di Intesa Italia-Algeria

Il presidente di Sonatrach Toufik Hakkar e l’amministratore delegato di Eni Claudio De Scalzi hanno apposto la firma su Memorandum di Intesa. Lo hanno fatto a Roma alla presenza del presidente della Repubblica algerino Abdelmadjid Tebboune e del presidente Mario Draghi. L’obiettivo è accelerare nello sviluppo dei campi a gas in territorio algerino e la decarbonizzazione attraverso l’idrogeno verde.

Gas Algeria verso Italia, aumenterà la capacità di export

Come riporta il comunicato di Eni attraverso il Memorandum di Intesa i rapporti Sonatrach ed Eni consentiranno di «valutare il potenziale a gas e le opportunità di sviluppo accelerato di alcuni giacimenti già scoperti da Sonatrach in Algeria». Il rafforzamento della cooperazione consentirà di produrre, sfruttando le aree interessate dall’accordo, fino a 3 miliardi di metri cubi di gas all’anno in più. Questo permetterà all’Algeria di incrementare il volume di esportazione di gas verso l’Italia attraverso il gasdotto Transmed.

Prevista, inoltre, la valutazione tecnica ed economica di un progetto pilota di idrogeno verde a Bir Rebaa North (BRN), nel deserto algerino. Il fine è lavorare per la «decarbonizzazione - si legge sul comunicato Eni - dell’impianto a gas BRN operato dalla JV SONATRACH-Eni GSE». La nota sottolinea, inoltre, come Eni rappresenti la maggiore compagnia energetica presente in Algeria, con una storia che nel paese nordafricano è partita nel 1981.

Intese importanti in questo particolare periodo

Intese, dunque, rilevanti in un periodo storico in cui il gas è uno dei temi che più degli altri si incastra nei meccanismi di geopolitica internazionale. Soprattutto per paesi come l’Italia che hanno una significativa dipendenze energetica dalla Russia.

In base ai dati diventati di dominio pubblico, a partire dall’inizio della guerra in Ucraina, l’Italia importa circa 29 miliardi di metri cubi da Mosca. Una situazione che ha destato un certo allarme, in un periodo storico in cui i rapporti tra l’Occidente e la Federazione Russa sono arrivati ai minimi storici degli ultimi anni.

La telefonata tra Draghi e Putin in cui si è parlato anche di gas

Proprio nelle ultime ore è arrivata la notizia di una telefonata tra Draghi e Putin. Un’interlocuzione in cui il presidente russo avrebbe manifestato l’intenzione nell’erogare il gas verso l’Italia, rispettando gli accordi contrattuali.

Una situazione che, per il momento, resta quindi invariata, sebbene da tempo da parte dell’Europa e della stessa Italia sia emersa la volontà di acquisire indipendenza dal gas russo. Un processo per il quale si è già detto non si può pensare alla conclusione dall’oggi al domani.