Finti autovelox: ecco come i Comuni spendono fino a 3.000 euro (inutilmente)

Un servizio delle Iene ha messo in luce cosa c’è dietro ai birilli arancioni di plastica che stanno invadendo le strade delle nostre città: finti autovelox che costano ai Comuni fino a 3.000 euro.

Nell’ultima puntata delle Iene, andata in onda il 12 marzo, un servizio di Mauro Casciari ha approfondito il tema dei finti autovelox. Negli ultimi anni città e paesi sono stati letteralmente invasi dai cosiddetti «Velo ok», mega birilli arancioni di plastica che servono a monitorare la velocità degli automobilisti. Ma è davvero così?

Il servizio delle Iene ha messo in luce come questi enormi aggeggi arancioni siano finti, perché vuoti all’interno (almeno la maggior parte di quelli «analizzati» dalla troupe delle Iene), servono solo ad intimorire gli automobilisti e a farli rallentare. Un motivo eticamente valido, se non fosse per il costo esorbitante: i Comuni arrivano a pagare fino a 3.000 euro per questi birilli di plastica vuoti.

Come si giustifica una cifra del genere se il preventivo fatto alle Iene da una società che produce contenitori di plastica è pari a 177 euro (IVA inclusa) a pezzo? Perché ad un privato costano 15 volte di meno che ad un Comune che paga con le tasse dei contribuenti?

A ciò si aggiunge che i «Velo ok» non sono autorizzati poiché non sono previsti dal Codice della Strada, come ha confermato il Ministero dei Trasporti nella circolare 5589 del 18 settembre 2013. Ciò significa anche che le eventuali multe che derivano dalla rilevazione dei «Velo ok» sono illegittime e il Comune non può contare su questi versamenti per fare cassa.

Il posto con la maggiore concentrazione di «Velo ok»? Orte, cittadina di 9.000 abitanti nel viterbese. Perché il Comune di Orte ha investito tante risorse (86.212,93 euro, circa 2.900 euro a pezzo) per acquistare circa 30 «Velo ok» piuttosto che dare priorità alla manutenzione delle strade (costellate da buche) o alla sistemazione della segnaletica stradale prevista dal Codice della Strada, a differenza dei «Velo ok»?

Il sindaco Dino Primieri spiega di aver ricevuto un finanziamento dalla Regione Lazio (a quale scopo visto che gli autovelox sono finti?) e sapete come si chiama l’assessore alla viabilità che ha dato l’ok all’installazione dei «Velo ok»? Mauro Primieri, il cugino del sindaco.

Guarda il servizio completo delle Iene del 12 marzo 2014.