Europei in Italia e riapertura stadi al 100%, le parole di Gravina

Il presidente della Figc ha parlato ai microfoni di Radio Anch’io Sport su Rai Radio 1

La riapertura degli stadi al 100% e gli Europei in Italia. Due obiettivi che, nel breve e nel lungo termine, il calcio italiano spera di centrare. Ne ha parlato nell’ambito di un’intervista rilasciata a Radio Anch’io Sport, su Rai Radio 1, il presidente della Figc Gabriele Gravina.

Ipotesi riapertura stadi al 100% dopo anni difficili

Per effetto del Covid la fase finale della stagione 2019-2020, subito dopo il lockdown duro, e praticamente l’intera annata calcistica 2020-2021 si sono giocate senza spettatori sugli spalti. Situazioni che hanno portato a conseguenza economiche che, ancora oggi, si avvertono sul sistema. È andata meglio nel 2021-2022 grazie alla vaccinazione generale, ma ad un certo punto si è arrivati a far entrare allo stadio solo 5000 persone.

Passaggio dopo il quale si è già andati oltre, fino all’attuale capienza fissata al 50%. Si andrà adesso verso il 75% (quantomeno per gli impianti all’aperto, come sono quelli calcistici), ma il proposito è quello di andare oltre, compatibilmente con quelle che sembrano dinamiche epidemiologiche favorevoli.

Riapertura stadi al 100%, le parole di Gravina

«75% - ha spiegato Gravina - è già un passo avanti. Non soddisfa. Io mi auguro che già a fine mese, vista l’evoluzione o se preferite l’involuzione della pandemia, si possa partire già con il 100% . Sarebbe un ulteriore segnale di speranza per il nostro Paese».

Non bisogna, inoltre, dimenticare che l’Italia si gioca l’accesso ai mondiali del 2022 in un doppio spareggio. Il primo sarà una gara secca contro la Macedonia a Palermo e in quell’occasione si confida di avere la massima spinta del pubblico possibile.

Europei in Italia, candidatura avanzata

L’Italia guarda, dunque, ad un grande evento a cui non vuole mancare, dopo l’onta della mancata qualificazione della rassegna mondiale di Russia 2018. Ma, a proposito di competizioni internazionali, c’è volontà di tornare ad organizzarne una.

«Noi - ha dichiarato Gravina - abbiamo presentato la nostra candidatura all’Europeo del 2032, dove speriamo ci sia meno concorrenza di realtà che, diciamolo con la massima onestà intellettuale, sono molto più attrezzate, rispetto all’Italia per quanto riguarda le infrastrutture».

Chiara, ad esempio, la possibilità che un’eventuale confronto diretto con l’Inghilterra nell’assegnazione dell’organizzazione della competizione porrebbe l’Italia in una situazione di svantaggio. Gli stadi inglesi rappresentano un’eccellenza a livello internazionale, mentre in Italia, al netto di qualche eccezione, ci sarebbe molto da fare.

Euro 2032 in Italia: tanti anni dopo una grande manifestazione in Italia

L’Italia non organizza una grande competizione calcistica dai mondiali del 1990, al netto ovviamente di qualche partita di Euro 2020 dove la manifestazione è stata itinerante. Qualora la candidatura andasse a buon fine, si vedrebbe così un Europeo in Italia a sessantaquattro anni dall’ultima volta (era il 1968).