Election day per le regionali il 10 e 11 Febbraio, Alfano: «errore grossolano e madornale»

Gli election day per le regionali sono stati fissati dal Viminale per le date del 10 e 11 Febbraio 2013. Sono chiamati alle urne gli elettori di Lazio, Lombardia e Molise con uno scarto di 50 giorni dalle elezioni politiche.

La reazione del segretario del Pdl Angelino Alfano

Uno scarto di tempo così lungo fra regionali e politiche incute paura al Segretario del Pdl Angelino Alfano, che vede in questo arco temporale un vantaggio per i concorrenti alle urne.

Alfano esprime il fatto come un "errore grossolano e madornale" al quale il Governo deve porre rimedio, e continua proponendo due alternative: spostare le regionali ad Aprile oppure anticipare le politiche a Febbraio.

Alfano ironizza tuttavia sulla faccenda: «Non è che ci vuole il direttore del Fondo monetario per trovare questo risparmio». Tuttavia l’ex guardia sigilli conclude ponendo un ultimatum per Venerdì, giorno entro il quale il Governo è chiamato ad intervenire, in caso contrario il Pdl valuterà il da farsi nelle giornate a seguire.

I costi delle elezioni: la Tassa Bersani

Non accorpando regionali e politiche, il Governo si mostra accondiscendente «al calcolo cinico di Bersani e del Pd che condanna l’Italia a cinque mesi estenuanti di campagna elettorale».

Sui costi delle elezioni si pronunciano anche Gasparri e Gelmini : «Far votare due regioni così importanti come il Lazio e la Lombardia due volte a distanza di due mesi è una mossa semplicemente folle che va nella direzione di favorire Grillo e l’astensionismo».

La replica del Pd non si fa attendere

Il Pd risponde immediatamente a tono, chiedendo all’esecutivo di non cedere ai «ricatti» di Alfano sulla data del voto in Lombardia, Lazio e Molise.
«Un centrodestra affogato nei litigi interni, incapace di scegliere non un candidato premier, ma anche soltanto un metodo di selezione, vorrebbe far annegare l’intero Paese», attacca Michele Ventura, «Capiamo che in casa Pdl sia complicato sciogliere, oltreché il nodo della leadership, anche quello di chi sottoporre al giudizio degli italiani nella prossima primavera. Se, in tutto questo, devono anche capire chi candidare in Lazio, Lombardia e Molise, potrebbero non implodere, com’è sotto gli occhi di tutti, ma disintegrarsi. Tutto questo, però non significa che Alfano e i suoi abbiano il potere di bloccare tutto e tutti come stanno già facendo sulla legge elettorale».

La questione si ripete ma si invertono i ruoli

La situazione creatasi è esattamente capovolta rispetto a quella dell’anno scorso, con il Governo guidato da Berlusconi che si esprimeva scegliendo di non accorpare le amministrative ai referendum su acqua, nucleare e legittimo impedimento.

Per giustificare l’antitesi basti sapere che, un anno fa, fu il Pd a protestare sull’election day. In quel frangente attaccò Dario Franceschini, che spiegò come operare in quel modo, fosse soltanto una strategia del Governo Berlusconi:
«Tutto ciò unicamente per impedire che il referendum raggiunga il quorum, che si traduce nel buttare dalla finestra 300 milioni di euro».