Diffamazione: approvato emendamento Lega. Torna il carcere per i giornalisti

Nonostante il parere negativo del governo Monti, passa con 131 sì l’emendamento presentato ieri dalla Lega che prevede il ritorno del carcere per i giornalisti. È stata approvata con voto segreto la norma presentata a Palazzo Madama che reintroduce il carcere fino a un anno per coloro che diffamano a mezzo stampa.

A sostenere l’iniziativa del voto segreto erano stati nel pomeriggio di ieri 55 senatori. Da qui la sospensione dei lavori parlamentari al fine di verificare l’ammissibilità della richiesta della Lega e dell’Api, poi il voto che ha portato alla reintroduzione del carcere. L’emendamento è stato approvato con 131 sì, 94 no e 20 astenuti. Il presidente del Senato Renato Schifani, dopo il voto segreto, ha potuto solo suggerire ai gruppi di fare una riflessione sul tema; riflessione affidata ad una conferenza dei capi gruppo convocata per domani alle 12.30.

Emendamento approvato

Prevede la reclusione fino a un anno in alternativa a multe che vanno dai 5mila ai 50mila euro, in seguito ad una condanna per diffamazione a mezzo stampa. Per quanto riguarda la rettifica, il testo stabilisce che, sempre in caso di palese diffamazione, la rettifica deve essere pubblicata con riferimento alla notizia originaria con lo stesso rilievo e nella stessa collocazione, ma contenuta in trenta righe.

Caso Sallusti

Dopo il blitz della Lega e il ritorno del carcere per il reato di diffamazione, resta ora da capire cosa ne sarà del Ddl nel suo complesso e soprattutto della vicenda legata al direttore Sallusti dalla quale è scaturita l’azione di modifica della legge stessa. L’iniziativa parlamentare, detta anche “salva Sallusti” era partita dalla condanna in via definitiva a 14 mesi inflitta al direttore del Giornale. Il reintegro del carcere sembra non lasciare molte speranze a Sallusti che dichiara “mi sento meno solo. Con la legge approvata dal Senato a San Vittore finiremo in tanti.”

Altre reazioni

La Fnsi parla di pagina nera della democrazia: “I malpancisti forcaioli, dietro il muretto a secco del voto segreto chiesto da Lega e Api, hanno scritto una pagina vergognosa votando per la reintroduzione del carcere per i giornalisti, che veniva cancellato da una proposta di riforma dell’attuale normativa. La legge in discussione sulla modifica delle norme per i reati a mezzo stampa, a questo punto, non ha più alcun senso: è peggiorativa rispetto alla precedente ed è in totale contrasto con la giurisprudenza europea.”

Soddisfatto invece il Carroccio che tramite il suo Senatore Fabio Rizzi dichiara: “E’ il primo atto di responsabilità di un Parlamento finora prostrato ai voleri di questo governo golpista, che deve prenderne atto ed autosospendersi, per il bene della nazione, andare a casa e smetterla di fare danni.”

Critico il relatore del provvedimento Filippo Berselli: a suo giudizio infatti “sono esplose le tensioni latenti nell’aula, si è trattato di un voto trasversale contro la stampa, ma un voto di pancia e non di cervello, perché a questo punto rimarrà la norma attuale che non tutela il diffamato, mentre nel mio testo la rettifica era centrale.”