Chi è Simone Biles? Vita e carriera della ginnasta più forte di sempre

Chi è Simone Biles? L’incredibile storia della ginnasta più medagliata di sempre.

Ce l’ha fatta. Contro tutto e tutti. Simone Biles si è presa la sua rivincita personale contro una vita che l’ha messa a dura prova fin da piccola. A Stoccarda, in Germania, ha stabilito un nuovo record mondiale: 25 medaglie. Ha superato anche il ginnasta bielorusso Vitaly Scherbo, detentore del precedente record, 23. È la ginnasta più forte di sempre.

Ma chi è Simone Biles? Questa piccola donna, alta solo 143 cm, giovedì scorso è salita sul tetto del mondo, dopo un percorso travagliato, segnato dalla povertà, da una mamma alcolizzata, da abusi sessuali, da un’accusa di doping… Ma riavvolgiamo il nastro e rivediamo insieme la storia di questa atleta straordinaria.

La vita e la carriera di Simone Biles

Nasce nella profonda provincia americana a Columbus, in Ohio nel marzo del 1997. La madre non è in grado di prendersi cura di lei, fa abuso di alcol e droga, entra ed esce di prigione. Per fortuna, viene adottata dai nonni. Così a tre anni lascia la casa materna per trasferirsi in Texas. E grazie alla nonna si avvicina alla ginnastica artistica, ma a scoprire e a far sfruttare l’enorme talento è l’allenatrice Aimée Boorman.

A soli 15 anni entra nella squadra nazionale degli Stati Uniti, dove la Boorman ne plasma fisico e carattere a furia di lunghe sedute di allenamento: il suo corpo diventa un concentrato di forza e grazia. E se nella vita arranca, nello sport primeggia. Nel 2013 vince i Mondiali d’Anversa con due ori, un argento e un bronzo. Durante quella rassegna iridata nasce il Biles, il primo di tre elementi che prenderanno il suo nome: un doppio salto mortale con mezzo avvitamento, reso ulteriormente complesso dalla velocità con cui viene eseguito. Gli anni successivi sono un susseguirsi di medaglie: titoli nazionali, titoli mondiali fino ad arrivare a vincere le Olimpiadi di Rio 2016. Decide di prendersi un periodo sabbatico.

L’accusa di doping e gli abusi sessuali

Durante questi 15 mesi di pausa, la vita le riserva un’altra prova difficile: l’accusa di doping. Un gruppo di hacker russi pubblica alcuni documenti dell’agenzia internazionale di doping, la Wada, dove la Biles risulta positiva al metilfenidato e all’acido ritalinico. Ma la notizia è solo un buco nell’acqua: la ginnasta ha un’esenzione per quei farmaci che le servono per curare un disturbo dell’attenzione e la Wada n’è regolarmente al corrente.

Nel 2018 torna a competere, ma trova soprattutto la forza di denunciare pubblicamente gli abusi perpetrati nei suoi confronti dall’ex medico della nazionale statunitense di ginnastica Larry Nassar.
Siamo nel periodo del #MeToo. Simon Biles vuole essere da esempio per le altre atlete, meno famose di lei, e chiama in causa l’intera Federazione di Ginnastica per non averle protette da quell’uomo. Nassar viene poi condannato poi a 175 anni di carcere per pedopornografia e molestie ai danni di oltre 150 atlete, di cui alcune minorenni.

Il resto è cronaca dei giorni nostri. Vince i Mondiali di Stoccarda e corona il suo sogno americano: passa alla storia come la ginnasta più medagliata di sempre. Ha deciso di ritirarsi dopo Tokyo 2020. A soli 23 anni.