Cambio di residenza, fisco e bonus, ecco cosa accade

Conseguenze fiscali e non del cambio di residenza,e cose da conoscere.

Cambiare residenza è una prassi che molti utilizzano per avere sconti fiscali, per evitare di pagare più tasse, per avere accesso ai bonus e per numerose altre situazioni. Uscire dal nucleo familiare dei propri genitori per esempio, può produrre vantaggi sia per il figlio che per i genitori e può comportare l’accesso a numerose prestazioni di carattere assistenziale.

Poi, in base alle condizioni di un nucleo familiare, ci possono essere vantaggi anche sulle tasse da pagare e magari pure sull’affitto di casa se questa è di Edilizia Pubblica Residenziale.

Residenza e Isee

Partiamo dal certificato necessario per avere accesso alle prestazioni assistenziali, cioè l’Isee. Cambiare residenza abbassa e alza l’indicatore Isee. Per esempio, quando esce dal nucleo familiare un figlio che ha un suo lavoro, inevitabilmente abbassa il livello di reddito che incide sul valore Isee. E se il fuoriuscito dal nucleo familiare ha patrimonio immobiliare e patrimonio mobiliare, abbassa anche questi altri fattori che incidono sul calcolo dell’Isee.

Infatti redditi e patrimonio ai fini Isee devono essere quelli di tutto il nucleo familiare. Oltre alle proprietà immobiliari e mobiliari e al reddito, per l’Isee incide anche il numero dei componenti del nucleo familiare. Più componenti ci sono meno alto è l’Isee, calcolato con un coefficiente relativo proprio al numero dei componenti della famiglia. Evidente che se dal nucleo familiare esce un soggetto privo di redditi e privo di patrimonio, l’indicatore Isee sale anziché scendere.

Perché cambiare residenza può essere vantaggioso

Trasferirsi in un’altra casa, staccandosi così dai propri genitori, può comportare l’accesso a benefici di carattere socio-assistenziali proprio perché l’Isee scende dal momento che non si considerano più i redditi dei genitori. E allo stesso tempo, stesso vantaggio può portare ai genitori che non avranno più da inserire il reddito e il patrimonio del figlio nella Dsu.

Grazie a questo, si può avere accesso, sempre a determinate condizioni, a esenzioni ticket sanitari, sconti bollette utenze domestiche, redditi di cittadinanza, sconti mense scolastiche e così via. Occhio però perché per tutti quanto detto prima, il cambio di residenza può fare salire l’Isee con il rischio che anziché avere accesso a queste prestazioni, se ne può perdere il diritto.

Cambio di residenza, non è facile

La residenza non è una cosa che si può cambiare senza avvisare il Comune e il competente ufficio, cioè l’anagrafe. La residenza deve essere quella reale, perché chi fornisce all’anagrafe del proprio Comune una residenza fittizia commette il reato di falso in atto pubblico e rischia sanzioni penali.

Oltre ai vantaggi o svantaggi in materia di prestazioni assistenziali, il cambio di residenza può incidere anche sull’affitto se si vive in una casa popolare, dove comunemente il fitto è collegato al reddito della famiglia. In questo caso, se in famiglia ci sono più persone con redditi, sale l’importo del canone mensile. Per contro, la fuoriuscita di un figlio con stipendio, porta ad una inevitabile riduzione del canone.

La composizione del nucleo familiare è importante anche per il fisco. Per le imposte da pagare ad esempio, i familiari fiscalmente a carico del contribuente, cioè con un reddito inferiore a 2.840,51 euro annui o a 4.000 euro per i figli fino a 24 anni di età o per il coniuge, possono abbatterne l’importo. Le detrazioni per familiari a carico nel 730 o nel modello Redditi Pf sono importanti proprio perché abbattono le imposte da pagare.