Arrestato Matteo Messina Denaro: era latitante da 30 anni

Il boss mafioso intercettato in una clinica privata di Palermo

Dopo oltre 30 anni termina la latitanza di Matteo Messina Denaro, il capomafia di Castelvetrano nel trapanese. L’inchiesta coadiuvata dal procuratore di Palermo Maurizio De Lucia e dal procuratore aggiunto Paolo Guido ha portato all’arresto dell’uomo rintracciato nella clinica privata La Maddalena di Palermo dove si era recato per sottoporsi a delle terapie. L’operazione è stata portata a termine dai R.O.S. dei Carabinieri assieme a quelli del GIS e dei comandi territoriali.

Latitante dal 1993, condannato anche per gli omicidi di Falcone e Borsellino

Matteo Messina Denaro, oggi 61enne, e noto anche con i soprannomi U siccu e Diabolik, dal 1993 è considerato uno dei latitanti più pericolosi e ricercato al mondo. Capo del mandamento di Castelvetrano di Cosa nostra, è stato condannato all’ergastolo per decine di omicidi, tra i quali quello del piccolo Giuseppe Di Matteo, il 15enne figlio del collaboratore di giustizia Santino Di Matteo: il bambino su strangolato e il suo corpo venne sciolto nell’acido.

E’ stato condannato anche per la strage di Capaci, che costò la vita a Giovanni Falcone, a sua moglie Francesca Morvillo e ai tre agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, e per la strage di via D’Amelio, costata la vita a Paolo Borsellino e i cinque agenti della scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.

Il suo arresto mette fine ad una latitanza record, così come quelle dei suoi fedeli alleati Totò Riina, arrestato dopo 23 anni, e Bernando Provenzano, latitante per 38 anni. L’uomo è stato trasportato in una località segreta.