Agenzia delle Entrate: Redditometro 2.0 pronto ad ottobre

A partire dal prossimo ottobre, l’Agenzia delle Entrate si avvarrà di un nuovo strumento anti evasione: il Redditometro (versione 2.0). Si tratta di un mezzo di accertamento sintetico del reddito pensato per determinare, rispetto al reddito dichiarato, la capacità di spesa dei contribuenti.

Se dalla comparazione tra reddito dichiarato e reddito «determinato» emergeranno incongruenze, scatterà l’accertamento fiscale nei confronti del contribuente in questione. Una orwelliana forma di controllo? Potrebbe sembrare di sì.

Chi e cosa sarà controllato

I nuclei familiari vengono distinti in 11 tipologie. In relazione al reddito del contribuente vengono accertate circa 100 voci di spesa, suddivise in 7 categorie che vengono considerate come in grado di misurare la capacità contributiva dei soggetti (esclusivamente «persone fisiche»).

Le categorie in analisi saranno:
abitazione;
mezzi di trasporto;
contributi e assicurazioni;
istruzione;
attività sportive/ricreative/cura della persona;
- spese significative (oggetti d’arte o d’antiquariato, ad esempio);
- investimenti immobiliari e mobiliari

Agenzia delle Entrate

Il "ReddiTest" si compila online sul sito dell’agenzia delle entrate e i controlli saranno attivati per casi di divergenze al 25% per due anni consecutivi.

Il Redditometro, ci tiene a precisare Attilio Befera, direttore dell’Agenzia delle Entrate non sarà un mezzo per verificare lusso o ricchezza, ma uno strumento per calcolare la divergenza tra il reddito dichiarato e le spese sostenute dai consumatori.

Il redditometro 2.0 sarà disponibile a partire dal prossimo ottobre, ha spiegato Befera, e i contribuenti «onesti» non hanno di che temere: i periodi d’imposta soggetti al nuovo strumento anti evasione saranno quelli accertabili dal 2009.

Il Redditometro può sembrare come un tentativo da parte del governo di «fare i conti in tasca» ai contribuenti onesti che giorno dopo giorno si sentono sempre più spiati e controllati. Ma non bisogna dimenticare che quella fetta di economia italiana che rimane periodicamente sommersa, nascosta ad ogni tipo di tassazione e controllo, deve riemergere. Per il bene di tutti.