Liliana Segre è un nome che ha fatto il giro di tutti i giornali per via di una serie di situazioni sociali consideranti allarmanti dai media politici interni e esteri.
Il caso dal suo inizio si è sviluppato includendo altre questioni. Ma da cosa è partito tutto? Cosa è successo a Liliana Segre?
Ecco il riassunto completo del caso Liliana Segre.
Liliana Segre: le minacce sui social e lo striscione
Il caso di Liliana Segre riguarda gli insulti e le minacce di natura antisemita ricevute dalla senatrice, una donna di origine ebraiche sopravvissuta ad Auschitwz.
La questione è esplosa in seguito da un articolo di Repubblica dove si illustravano i dati di uno studio condotti dall’Osservatorio contro l’antisemitismo. L’analisi riportava un alto numero di minacce rivolte alla senatrice, che Repubblica avrebbe stimato essere di almeno 200 minacce al giorno da parte di utenti social e commenti blog di individui di orientamento di estrema destra.
La cifra è tuttavia esagerata e smentita dall’Osservatorio stesso, che riporta una stima di 197 insulti rivolti alla comunità ebraica in generale e non solo alla Segre, nel corso del 2018.
Ciò non toglie che la senatrice è stata ripetutamente oggetto di odio razziale anche da parte di un docente universitario di storia del sud d’Italia, il quale ha ripetutamente inveito contro la donna in vari post su Facebook.
Al di là di questo evento, il caso è stato amplificato da una una foto che immortalava uno striscione di Forza nuova, secondo alcuni rivolto contro Liliana Segre. Lo striscione è stato lasciato a Milano, nel municipio 6 dove la senatrice era attesa per un convegno a cui avrebbero partecipato centinaia di studenti, in cui la donna ha espresso la propria testimonianza sulla Shoah. Lo striscione riportava la seguente frase: "Sala ordina: l’antifà agisce" ed è diventato di dominio pubblico grazie alla condivisione su Facebook di Santo Minniti, politico del Pd.
Forza Nuova ha dichiarato tramite un comunicato stampa che le accuse erano rivolte al sindaco di Milano Sala e non alla senatrice, minacciando di querela chi aveva diffuso disinformazione sulla questione.
(Foto dello striscione di Forza Nuova)
In politica i funzionari si sono immediatamente attivati per tutelare la sicurezza della senatrice. Il prefetto Renato Saccone ha deciso di assegnare a Liliana Segre una scorta personale di due carabinieri.
La stessa Segre è intervenuta, istituendo la commisione «Segre», un organismo approvato dal Senato che si occuperà di frenare l’antisemitismo, la violenza e l’odio razziale.
Chi è Lilana Segre e perché è senatrice a vita
Chi è Liliana Segre ? È questa la domanda che si pongono molti italiani a cui il nome della donna era più o meno sconosciuto.
Liliana Segre ha 89 anni, è nata a Milano nel 10 settembre del 1930. Sin dal 1938, anno in cui entrano in vigore le leggi razziale in Italia, è oggetto di discriminazioni per via delle sue origini ebraiche, tanto che già a 8 anni è costretta ad abbandonare la scuola.
Nel 1943 tenta insieme al padre una fuga dall’esito fallimentare. In seguito alla conseguente incarcerazione padre e figlia Segre vengono consegnati alle SS che li trasferiscono nel campi di sterminio di Auschwitz-Birkenau. Liliana Segre ha poco più di 14 anni quando viene internata.
Dopo la tragica morte del padre nel 1943 arriva finalmente la libertà grazie al’arrivo dell’Armata Rossa, nel 1945. Dei 776 bambini italiani ad Auschwitz-Birkenau la Segre è tra i soli 25 sopravvissuti.
Solo dopo molti anni la donna decide di diffondere la propria esperienza, cercando il dialogo con gli storici, le scuole e i media. Il coraggio di esprimere la propria testimonianza le ha guadagnato l’onorificenza di senatrice a vita, consegnata da Mattarella e così motivata: “Per aver illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo sociale”.
Per approfondire la biografia di Lilana Segre e il suo impegno politico e civile si legga il seguente articolo.
Liliana Segre: le reazioni e la solidarietà internazionale
A livello nazionale Liliana Segre ha ricevuto il supporto di numerosi politici da ogni fazione. Tra questi si sono dichiarati vicini alla donna Virginia Raggi, Giorgia Meloni. Anche Salvini ha mostrato la sua solidarietà, seppur minimizzando le minacce affermando di riceverle anche lui in prima persona.
I cittadini si sono dimostrati attivi nella vicenda, organizzando l’11 novembre una manifestazione a cui hanno partecipato più di 5 000 persone, davanti al memoriale della Shoah a Milano.
Altri personaggi hanno riferito come il caso Segre dimostri la presenza di un concreto odio razziale. È Mattarella in persona a dichiarare apertamente questo messaggio.
Fuori dall’Italia si sono ottenuti simili reazioni: particolarmente rappresentativa è la dichiarazione del presidente israeliano Reuven Rivlin in cui si è definito “incapace di esprimere adeguatamente il proprio orrore e il proprio disgusto verso tali comportamenti criminali”. Il capo di stato avrebbe poi proseguito lodando l’attività di Segre affermando che “La forza, il coraggio di Segre sono un modello per Israele e la comunità ebraiche del mondo ”.
Il tema è stato inoltre diffuso dalla stampa internazionale tanto che è stato affrontato da i più importanti media esteri tra cui il New York Times, il Guardian e la BBC.