6 cose che non vanno in Italia secondo il Guardian: cosa dovrebbe fare il nuovo premier?

Le elezioni 2013 rappresentano uno dei temi più in voga presso la stampa estera. Un paio di giorni fa il Guardian ha stilato un approfondimento sulla situazione italiana, soffermandosi su 6 cose che non vanno in Italia, da inserire nella lista di «cose da fare» del prossimo premier italiano. Effettivamente, il candidato che uscirà dall’esito elettorale potrebbe non essere così importante se i problemi principali del nostro Paese non vengono risolti. Lo scenario peggiore è che qualsiasi forza politica vinca, questi problemi persisteranno.

6 cose che non vanno in Italia

Andiamo dunque a vedere nel dettaglio le 6 cose che in Italia non vanno secondo il Guardian.

  1. Economia: l’Italia è sprofondata nella più grave recessione degli ultimi 20 anni, il tasso di disoccupazione è all’11%, ma se si considera la disoccupazione giovanile (under 25) si raggiunge quota 25%. A tutto ciò si aggiunge un rapporto tra debito e PIL che è il secondo più alto in Europa. Il Guardian elogia poi la figura di Monti, capace di aver allontanato l’Italia (e l’Europa) dal baratro, facendo respirare di nuovo i mercati e attuando riforme utili come quella delle pensioni e quella del lavoro. Tutto ciò, tuttavia, non basta: all’appello delle riforme mancano ancora alcune istituzioni, come la giustizia e l’istruzione e in più bisogna puntare sulle risorse ancora non sfruttate nel mercato del lavoro, come i giovani e le donne, nonché aumentare la competitività. Tutte sfide che chiunque vinca alle prossime elezioni dovrà tenere conto. A patto che non emerga un governo instabile.
  2. Donne: dopo gli scandali politici, emerge un dato piuttosto preoccupante. Le donne in Italia, afferma il Guardian, possono avere titoli di studio anche più prestigiosi dei loro colleghi maschi, ma ciò non equivale a una loro assunzione di primo livello. Non è un caso che il tasso di occupazione femminile in Italia sia a quota 46,5%, sopra solamente a Grecia, Messico e Turchia, e non è un caso che le donne faticano anche ad avere ruoli politici di primo piano.
  3. Giustizia: anche il sistema giudiziario necessita di una riforma. «L’Italia è uno dei Paesi più litigiosi d’Europa», scrive il Guardian «con più di 2,8 milioni di cause intentate solamente nel 2011, e ha di gran lunga il maggior numero di avvocati di qualsiasi Paese dell’UE - circa 240.000». Eppure il sistema non funziona, visto che ci sono ancora moltissimi cause civili e penali da risolvere, tant’è che ci vorrebbero rispettivamente 8 e 5 anni per risolvere gli arretrati.
    A tutto ciò si aggiunge inoltre il drammatico problema del sovraffollamento delle carceri, a cui, nonostante le diverse iniziative, non è stata ancora trovata una soluzione.
  4. Criminalità organizzata e corruzione: chi non ha risentito della crisi è stata la criminalità organizzata. Il fosco scenario attuale vede tre organizzazioni criminali travolgere il Paese in quasi tutti i suoi aspetti: la mafia siciliana, la camorra campana e la ’ndrangheta calabrese, oltre a introdursi nei settori della sanità e del trasporto pubblico, si sono anche espanse verso il nord del Paese, andando a costituire un virus inarrestabile che ha prosperato e prospera soprattutto durante la crisi.
    L’Italia è inoltre 72esima (su 174 Paesi) riguardo all’indice di corruzione: la maggior parte degli italiani, inoltre, reputa che la corruzione sia peggiorata negli ultimi anni e soprattutto che le istituzioni non abbiano dimostrato abbastanza potere per frenarla. A vent’anni da Tangentopoli, dunque, nulla sembra essere cambiato nel Belpaese e la recente valanga di arresti ne è una vivida testimonianza.
  5. Politica: «L’Italia ha avuto più elezioni nazionali e più governi di qualsiasi altra grande potenza europea dopo la Seconda Guerra Mondiale», informa il Guardian. «Solo un governo è durato l’intero mandato di cinque anni a partire dal 1945». Tale aspetto influisce sulla mentalità dei cittadini: l’elettorato è così disgustato dalla politica che ha smesso di darle fiducia. L’integrazione onnipresente tra politica e cittadino (sia in Tv, sia nei bar) è arrivata a un punto di saturazione tale da suscitare ormai un clima di rassegnazione, sfiducia e indignazione da parte degli italiani.
  6. Divario Nord-Sud: dopo aver citato Massimo d’Azeglio ("Fatta l’Italia, dobbiamo fare gli italiani"), il Guardian afferma che questo proposito non è ancora stato compiuto. A testimoniare ciò l’emergenza del divario tra nord e sud del Paese, incrementato ulteriormente dagli ultimi tre governi di Centrodestra, a causa dell’alleanza con la Lega Nord, una forza politica che ha come principale obiettivo il federalismo e che ha aspramente criticato i festeggiamenti dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Inoltre, il fatto che in molti dal Mezzogiorno, continuino a spostarsi nel nord del Paese dove vigono ulteriori opportunità di lavoro, è un’altra vivida testimonianza di come il divario tra nord e sud del Paese rappresenti ancora oggi una grave emergenza da risolvere.