Theresa May decapitata: la satira dissacrante di Charlie Hebdo

Il giornale satirico francese bersaglia la neorieletta (ma senza maggioranza) premier britannica.

Il “day after” delle elezioni in Gran Bretagna, almeno finora, sembra dare per vincitrice la già premier Theresa May contro il candidato laburista Jeremy Corbyn. A spogli quasi conclusi, c’è chi parla di una “vittoria di Pirro” per la May, dato che la leader conservatrice non ha ottenuto la maggioranza assoluta in parlamento.

A dire la sua, come fa spesso anche fuori dai confini francesi, è il giornale satirico Charlie Hebdo che ci ha ormai abituati al suo modo dissacrante, irriverente e sfrontato di commentare avvenimenti politici e fatti di cronaca.
La vicenda May non è certo passata inosservata ai vignettisti francesi i quali, con gli exit poll ancora aperti, non hanno potuto esimersi dal far parlare le loro matite.

Sulla copertina infatti campeggia una decapitata Theresa May che, reggendo la sua stessa testa, commenta “Too much is too much!”.

La frase in questione è il commento che la premier britannica aveva espresso immediatamente dopo gli ultimi attentati di Londra e la decapitazione, oltre ad avere un chiaro significato politico, è un macabro riferimento esplicitamente riconducibile al modus operandi dell’Isis.

Il tutto corredato dalla frase “Multiculturalisme à l’anglais”, altro palese nesso con le falle della sicurezza che hanno permesso agli attentatori di Manchester e Londra di agire pressoché indisturbati.

Questa settimana il multiculturalismo inglese non ha più la testa sulle spalle”, recita il sommario della rivista, che non ha tardato ad essere oggetto di durissime critiche, soprattutto sulle reti social.
Gli utenti hanno reagito con indignazione e sconcerto non solo a causa della copertina, ma anche di un’altra vignetta all’interno del giornale, che ritrae un gruppo di persone terrorizzate (di cui una con una pinta di birra in mano) fuggire via davanti al Big Ben, mentre una didascalia recita “I consigli del Daesh per dimagrire”.

Questa seconda vignetta è stata interpretata come un’irrispettosa canzonatura nei confronti delle vittime dei recenti attacchi terroristici. Il più recente, quello del passato 3 giugno al Borough Market, ha causato 8 morti e 48 feriti, molti dei quali ancora in gravi condizioni.

Come è facile immaginare, anche per questa caricatura le reazioni non sono state leggere: c’è anche chi, come l’utente di Twitter Liam Connell, ha ricordato di aver supportato Charlie Hebdo durante il terribile attacco che la rivista subì nel gennaio del 2015, “solo per vederci presi in giro per i nostri attentati terroristici”.

Un numero, questo di Charlie Hebdo, destinato a scatenare polemiche su due fronti: il sempreverde dibattito sui limiti etici della libertà di stampa e il dibattito politico, soprattutto in vista dello scenario amministrativo che si aprirà in Gran Bretagna dopo queste incerte elezioni.