Francia, incendio nella centrale nucleare di Flamanville. Sono sicuri i reattori francesi?

L’incendio divampato nella centrale nucleare francese di Flamanville riapre il dibattito sulla sicurezza. Quanto sono sicure le centrali nucleari in Francia?

Allarme nucleare in Francia rientrato. L’incendio divampato nella centrale nucleare Edf (Électricité de France) di Flamanville, in Normandia, non ha causato danni particolari. Intossicati lievemente alcuni dipendenti della centrale nucleare. Le autorità locali fanno sapere che la centrale nucleare è sicura e hanno smentito possibili contaminazioni.

La vicenda riapre un vecchio dibattito: quanto sono sicure le centrali nucleari francesi? Domanda ancor più pertinente se si pensa al fatto che la Francia è il Paese in Europa con più centrali nucleari attive.

Francia, centrale nucleare Edf: le ragioni dell’incendio

Dietro l’incendio divampato nella centrale nucleare Edf di Flamanville, in Normandia, ci sarebbe un corto circuito. La compagnia ha diramato un comunicato in cui attribuisce l’incendio a un corto circuito avvenuto nel reattore 1 in una zona, precisano, “non nucleare”. Escluso, quindi, l’incidente nucleare.

Secondo Olivier Marmion, capo di gabinetto del prefetto del dipartimento della Manica

"si è trattato di un avvenimento tecnico significativo, ma non di un incidente nucleare perché l’esplosione si è verificata fuori dell’area nucleare della centrale".

Gli intossicati sarebbero 5, nessuno dei quali desta in gravi condizioni. Il sito in cui sorge la centrale nucleare è stato dichiarato sicuro e le autorità tengono a sottilineare che non sussistono rischi per l’ambiente circostante.

Come riporta Repubblica.it, la costruzione della centrale nucleare Edf di Flamanville, che al momento ha due reattori, risale agli anni ’80. La compagnia ha di recente inaugurato un terzo cantiere per la costruzione di un reattore di terza generazione.

Quanto sono sicure le centrali nucleari francesi?

La vicenda riapre il dibattito sulla sicurezza delle centrali nucleari francesi. L’usura delle centrali nucleari è da anni in stato avanzato. Un dato che preoccupa, considerando che la Francia ospita in Europa il maggior numero d’impianti (19 centrali nucleari producono il 77% dell’energia nazionale).

La questione ruota attorno al fatto che la costruzione delle centrali nucleari francesi risale agli ’70. Di recente il Guardian ha riportato che almeno 12 reattori su 58 non rispettano gli standard di sicurezza imposti dalla normativa.

Il fatto che i reattori delle centrali nucleari francesi siano di tipo “Pressured Water Reactor” (PWR) - l’acqua che alimenta le turbine non entra in contatto col nocciolo, azzerando così il rischio di fuoriuscite radioattive - non deve, secondo Oggiscienza, trarre in inganno. Infatti,

"nonostante queste caratteristiche, rimangono pur sempre centrali nucleari, e il rischio di disastro ambientale e sanitario è alto. In Francia, in particolare, si sono trovate anomalie di cui i gestori erano informati ma che sono state tenute all’oscuro. In particolare, si è scoperto che nell’acciaio delle vasche in cui sono immerse le barre radioattive è stato trovato carbonio in quantità doppie rispetto a quelle consentite".

In più, in Europa non si registrano da decenni investimenti significativi nel ricambio degli impianti nucleari di seconda generazione. Sono tante le centrali nucleari che hanno subito ritocchi con l’obiettivo di allungarne la vita operativa (non superiore ai 30 anni).