L’autismo è una sindrome che affligge circa 500mila persone solo in Italia. Nello specifico 1 bambino su 160 ha un disturbo dello spettro autistico, ma il numero di casi è in netto aumento in tutto il mondo.
Fino ad oggi gli esperti hanno sempre sostenuto che non fosse possibile diagnosticare l’autismo prima dei tre anni di vita del bambino. Ora non è più così. Infatti, un gruppo di scienziati dell’Università della Carolina del Nord ha scoperto che è possibile prevedere se un bimbo sarà affetto da autismo grazie ad una semplice risonanza alla testa già all’età di 6 mesi.
I risultati della ricerca, pubblicati sulla rivista Science Translational Medicine, spiegano nel dettaglio il metodo e lo svolgimento di questo studio durato alcuni anni e condotto su 59 bambini, tutti con un elevato rischio di insorgenza del disturbo avendo un fratello maggiore autistico. Grazie a questo nuovo metodo gli scienziati sono riusciti ad individuare con estrema accuratezza quali e quanti di quei bambini avrebbero sofferto di autismo in futuro.
- Autismo bambini di 6 mesi
Tutto ciò è stato possibile poiché i bambini predisposti ad avere un disturbo dello spettro autistico già a 6 mesi presentano delle differenze nelle connessioni tra le diverse aree del cervello rispetto ai bimbi che non ne soffrono. Queste piccole differenze anatomiche, strutturali e funzionali del cervello sono appunto individuabili grazie ad una risonanza alla testa e consentono quindi di diagnosticare la sindrome con un grande anticipo rispetto a quanto è stato possibile fare fino ad oggi.
Del campione esaminato, 11 bambini hanno poi effettivamente manifestato l’autismo e questi bambini già a 6 mesi presentavano delle differenze nelle connessioni nervose tra 230 aree neurali studiate con la risonanza, in particolare quelle legate alle funzioni di linguaggio e socialità. L’obiettivo dei ricercatori è quindi quello di creare un test multiplo, basato su risonanza e altri esami specifici, a cui sottoporre i bambini considerati a rischio, ovvero con precedenti casi di autismo nella propria famiglia. Questo per ottenere una diagnosi precoce, che aumenti le possibilità di affrontare al meglio la vita per il bambino e per la sua famiglia.
L’autore della ricerca Joseph Piven ha infatti spiegato che
"più cose sappiamo sul cervello del bambino prima che compaiano i sintomi, più saremo preparati ad aiutare i bambini e le loro famiglie".
Autismo: cos’è, sintomi, cause e consigli per i genitori
L’autismo viene spesso definito erroneamente una malattia, ma non lo è. Questo perché per una malattia ci sono della cause, una diagnosi e una cura specifiche. Dall’autismo invece non si può guarire, ma si può imparare a conviverci e a gestirlo nel migliore dei modi.
L’autismo è un disturbo, più propriamente si definisce «sindrome dello spettro autistico». Le cause di questo disturbo sono ancora incerte, ma è stato dimostrato che dipende da vari fattori, tra cui una particolare combinazione di 7 geni che determina la predisposizione al disturbo autistico. La sola predisposizione genetica, però, non implica la manifestazione certa della sindrome, a meno che non sia combinata con alcune cause esterne, quali una forte infezione o una malattia infettiva.
Fare una diagnosi è quindi un’operazione complessa, che deve essere svolta da un personale esperto. Esistono alcuni strumenti specifici, come modelli, scale di valutazione e indicatori precisi per individuare il disturbo. Non si tratta di esami oggettivi, per questo capita di confondere l’autismo con la sindrome da deficit di attenzione o la psicosi infantile. Una diagnosi precoce, però, è fondamentale per garantire al bambino un trattamento e una qualità della vita che siano i migliori possibili.
I bambini affetti da autismo danno comunque dei segnali, che i genitori devono saper cogliere per poi rivolgersi a uno specialista per un consulto. Nel caso di bambini di 2/3 anni, è possibile notare difficoltà a cogliere lo sguardo di chi parla, movimento di mani e piedi in modo a-finalistico cioè senza uno scopo apparente e l’esecuzione ripetitiva di alcune attività. Se un genitore nota alcuni di questi segnali deve rivolgersi ad un pediatra, che poi lo indirizzerà verso un neuropsichiatra infantile per la diagnosi.
- Consigli per genitori con figli autistici
Avere un figlio autistico non è semplice da accettare e da gestire. Tuttavia, ci sono alcuni consigli che possono semplificare l’approccio di un genitore ad un bambino affetto da autismo. Una cosa fondamentale è non sovraccaricare il bambino di informazioni e attività, ma piuttosto fare le cose poco per volta. Infatti, i bambini autistici non sono in grado di fare due cose contemporaneamente.
I bambini autistici sono iper-sensoriali e per questo molto delicati. Per questo è importante instaurare una serialità nel loro apprendimento e portarla avanti con costanza. Bisogna utilizzare poche parole, ma che siano chiare, e aspettare pazientemente la risposta del bambino, che sia verbale o non verbale.
I bambini autistici possono diventare violenti o aggressivi quando hanno crisi acute. Queste sono spesso dovute a un eccesso di stimoli esterni, in quanto un bambino affetto da autismo ha difficoltà nell’affrontare il contatto con il mondo esterno. Ecco perché è consigliabile che la casa sia il più possibile «neutra»: colori tenui, luci soffuse, niente giochi con luci abbaglianti o troppo rumorosi.
Un modo per aiutare i bambini autistici a rilassarsi e scaricare la tensione è ascoltare musica, sempre ad un volume soft, e senza dubbio praticare sport come il nuoto o l’atletica. Infatti, se una dose giornaliera di attività fisica è consigliata per tutti i bambini, questa diventa ancora più necessaria per le persone affette da disturbo autistico.