Targhe straniere vietate: quali le eccezioni che permettono ancora di circolare?

Il decreto sicurezza ha stabilito il divieto di usare auto con targhe straniere dai residenti in Italia, ma esistono scappatoie

Con l’entrata in vigore del decreto sicurezza sono state messe al bando le targhe straniere. In pratica chi risiede da più di due mesi in Italia, non può continuare a circolare con auto a targa estera. Una norma resasi necessaria da quello che era diventato un autentico fenomeno in Italia, cioè utilizzare targhe straniere per pagare meno tasse, per spendere meno soldi di assicurazione e per diventare di fatto invisibili di fronte a multe e sanzioni per infrazioni al Codice della Strada. Con il via alla stretta, sono numerosissime le multe comminate dalle Forze dell’Ordine ed i sequestri dei veicoli. Continuano a non mancare i furbetti, sia tra cittadini stranieri che tra italiani a tutti gli effetti che nonostante il divieto continuano a circolare con queste targhe perché alcune eccezioni riescono ad aggirare le norme.

Cosa succede a circolare con le targhe straniere

Multe e sequestro del veicolo, questi i rischi che si corrono a circolare con le targhe estere nonostante la residenza in Italia superiore a 60 giorni. Le vie legali per poter regolarizzare il proprio veicolo sono la re-immatricolazione in Italia o il rientro in patria del veicolo. Una volta beccati dalle Forze dell’Ordine si va incontro al ritiro della carta di circolazione e ad una multa tra 712 e 2.848 euro. Dal ritiro del libretto si avrà tempo 180 giorni per immatricolare il veicolo in Italia o per espatriare l’auto. In alternativa, decorsi i 180 giorni il veicolo viene confiscato.

Le scappatoie

Quando si può circolare con targhe straniere in Italia? In primo luogo, un cittadino italiano iscritto Aire essendo equiparato ad un cittadino residente all’estero, non è soggetto al divieto. Inoltre, se il veicolo è utilizzato con contratto di leasing o di locazione senza conducente con una ditta di uno Stato della Ue o dello spazio economico europeo, la circolazione con targa estera è ammessa. Inoltre, nessun divieto per quel veicolo utilizzato da un residente in Italia ma a lui concesso in comodato dal suo datore di lavoro estero. In pratica, per via di un buco normativo, se si risulta dipendenti di una ditta estera e se il veicolo è di proprietà della ditta stessa ma concesso in comodato d’uso al residente in Italia, la circolazione in Italia con targa straniera non presenta alcun limite.