Targhe straniere: si può circolare anche con residenza normale in Italia

Nessun divieto di utilizzare veicoli a targa straniera nonostante la residenza normale in Italia

Da gennaio il governo ha deciso di porre un freno al fenomeno delle auto con targa estera utilizzata da italiani e stranieri, anche se residenti nella penisola. La modifica al Codice della strada nella parte che riguardava la possibilità di circolazione con veicoli a targa straniera ha imposto il divieto per chi risulta residente in Italia da più di 60 giorni. L’uso di macchine con targa estera, utilizzata per non pagare il bollo auto notoriamente più caro fa noi, per pagare meno di assicurazione o per rendere più difficile per le autorità comminare multe per infrazioni del Codice della strada era diventato un autentico fenomeno.

Norme anti furbetti

Non essendoci alcuna limitazione i «furbetti» erano diventati molto e moltissime le targhe tedesche, svizzere, rumene, bulgare, di San Marino e così via che quotidianamente si incrociavano per strada. Ecco dunque che i legislatori hanno deciso di produrre una norma piuttosto restrittiva. Per cittadini italiani o stranieri che da più di due mesi erano residenti in Italia è scattato l’obbligo di provvedere a cambiare la targa del proprio veicolo reimmatricolando il veicolo in Italia o riportandolo nel paese di origine.
Pesanti sanzioni per chi non si è attenuto alle novità sono state già imposte dai controlli delle forze dell’ordine. Multa e sequestro della carta di circolazione, con obbligo entro 180 giorni dalla data di contestazione delle violazioni, di provvedere a regolarizzare tutto.

Criticità di regole troppo rigide

Come sempre però, cambi normativi così drastici hanno finito col penalizzare anche soggetti che hanno veicoli a targa estera o sono costretti ad usarne uno ma senza l’obbiettivo di aggirare le regole. Basti pensare a lavoratori frontalieri, quelli che fanno la spola tra Italia e Paesi di confine. Il parcheggiatore di hotel per esempio, costretto a spostare auto a targa estera per lavoro, ma di fatto sanzionabili se beccati dalle forze dell’ordine a spostare auto straniere essendo loro residenti in Italia. Lo stesso vale per gli addetti alla Croce Bianca che devono liberare le strade spostando veicoli stranieri coinvolti in sinistri.
Si tratta di evidenti problemi che una norma troppo rigida ha imposto, tanto è vero che il Pps, il Partito Popolare del Sud Tirolo ha chiesto correttivi che il governo sembra aver accettato. Una nuova circolare del Ministero dell’Interno infatti corregge parzialmente la normativa sostituendo ed implementando la precedente e producendo una netta distinzione tra residenti effettivi e residenti normali in Italia.
Una distinzione già vigente ma che adesso si applicherà anche alla questione della circolazione con targhe estere in Italia. In pratica, chi risiede per questioni di lavoro almeno per 185 giorni l’anno in Italia, può chiedere la residenza normale e non necessariamente quella effettiva. Con questa variazione, l’uso delle targhe straniere sarebbe perfettamente lecito e non sanzionabile.

Non tutto è risolto

Dai rappresentanti del popolo del Sud Tirolo non si nasconde soddisfazione per la correzione ministeriale figlia dei loro appunti, anche se altre problematiche restano comunque in campo. Basti pensare che l’auto a targa straniera di un soggetto con residenza normale non può essere utilizzata da suoi parenti che invece hanno la residenza effettiva in Italia da più di 60 giorni e che non possono richiedere la residenza normale per motivi di lavoro.