Roberto De Luca assolto per la vicenda degli appalti illeciti sui rifiuti

Finisce dopo più di un anno l’inchiesta che riguardava il figlio del governatore della Regione Campania.

Finisce la lunga vicenda giudiziaria che riguardava il secondogenito del governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca. Suo figlio Roberto, di professione commercialista, era finito al centro di una inchiesta per presunti illeciti e presunte tangenti in materia smaltimento rifiuti. La carriera politica di Roberto De Luca fu gravemente compromessa da quella vicenda tanto è vero che a 34 anni, quando era già assessore al Bilancio del Comune di salerno, De Luca jr rassegnò le dimissioni ponendo di fatto fine alla sua carriera, lui che era considerato in rampa di lancio e sulle orme del padre. Adesso, almeno dal punto di vista giudiziario, l’assoluzione piena che è stata concessa al rampollo del governatore della Regione Campania, almeno dal punto di vista legale pone fine a quello che per il ragazzo probabilmente è stato un vero incubo. Il quotidiano napoletano «Il Mattino» con un esaustivo articolo riporta le dichiarazioni di Roberto De Luca, immediatamente successive all’assoluzione.

De Luca Jr: La vicenda giudiziaria in sintesi

Per capire cosa è successo e perché De Luca Jr era finito al centro di un autentico scandalo bisogna tornare indietro a più di un anno fa, quando la Procura aprì l’inchiesta su Roberto De Luca. Nel febbraio 2018 infatti, De Luca, che in quel momento era assessore al Bilancio del Comune di Salerno, partecipa ad un incontro architettato, sembra, dal sito «Fanpage». Tutta la vicenda infatti nasce proprio da un’inchiesta giornalistica condotta dal sito di informazione Fanpage sul traffico dei rifiuti in Campania. Fu una vicenda molto discussa e forse molto imbarazzante perchè vide protagonisti un ex boss della Camorra, una potente la dinastia politica dei De Luca e le istituzioni.

Nunzio Parrella, ex boss della Camorra e personaggio predominante sul traffico dei rifiuti in Campania, dopo aver scontato 21 anni agli arresti domiciliari, avrebbe scelto Fanpage.it per illustrare il sistema delle mazzette ai politici negli appalti per la gestione dei rifiuti nella Regione. Il sito, che è un giornale on line che spesso ha avviato inchieste subito diventate famose, come quelle sulla terra dei fuochi a Caserta, oppure sulla compravendita dei voti alle primarie Pd, o ancora sui rifiuti nucleari a Brescia, fiuta l’occasione e parte a testa bassa. De Luca jr si ritrova ad incontri con personaggi piuttosto discutibili, con presenti il Perrella ed una persona assoldata da Fanpage per pilotare la discussione facendo emergere le illegalità che l’inchiesta cercava.

Tutto ripreso da telecamere nascoste, con ore di riprese che in quelle lunghe giornate in cui si gridò allo scandalo, il sito di informazione pubblicava a puntate in stile soap opera. Nell’incontro tra Roberto De Luca e Perrella, naturalmente ripreso dalle telecamere, i due parlano di appalti della Regione. Tutto avvenne nello studio di De Luca jr.

Roberto del Luca assolto

L’inchiesta fu subito al centro di polemiche aspre, perché il sito di informazione avrebbe fatto tutto in maniera autonoma, senza interessare preventivamente la Procura. L’inchiesta comunque proseguì con Roberto De Luca che viene indagato dalla Procura di Napoli e vengono perquisiti la sua casa e il suo ufficio. Adesso però tutto è stato risolto, almeno per quanto concerne la posizione di De Luca jr. I giudici hanno assolto De Luca, anche perché dalle registrazioni e dalle riprese l’ex assessore più che parlare e trattare, sembra solo ascoltare il Perrella che quel giorno si presenta come un uomo di affari rappresentante di una multinazionale del campo riciclo dei rifiuti.

Nulla secondo i giudici, può essere messo a carico di Roberto De Luca che al Mattino, evidentemente soddisfatto commenta la chiusura dell’inchiesta a suo nome. «Dopo tanti mesi si è chiuso un brutto capitolo della mia vita e della vita della mia famiglia oltre che di tutta Salerno sulla cui collettività gravava l’ipotesi che un amministratore comunale avesse messo in atto pratiche illecite come le tangenti o le mazzette».