Riapertura palestre, Meloni: «Necessario ripartire in sicurezza, speriamo che nuovo governo faccia qualcosa»

Quando riapriranno le palestre? Una domanda che, al momento, non conosce risposta. La leader di Fratelli d’Italia ha segnalato il problema e la necessità di ripartire con dei protocolli di sicurezza, considerate anche le difficoltà economiche che sta attraversando il settore.

Riaperture palestre: un tema che rischia di finire in secondo piano. Tra crisi di governo e dibattiti su attività più in vista a livello mediatico come bar e ristoranti. Quando ormai è passato qualche giorno dall’inizio di febbraio, c’è la sensazione che prima di poter capire se potranno esserci evoluzioni occorrerà attendere le discussioni attorno al nuovo Dpcm.

Quello attuale, in vigore dal 16 gennaio, è in scadenza il prossimo 5 marzo. Toccherà con buona probabilità al governo presieduto da Mario Draghi affrontare la questione relativa alla possibile riapertura delle palestre. Un argomento che coinvolge, ad esempio, anche le piscine.

Il dato di fatto è che oggi si deve fare i conti con un settore che è quasi al collasso e che non può esercitare la propria attività dal 24 ottobre. Il governo uscente ha avuto l’onere di prendere provvedimenti mirati a tutelare la salute pubblica, ma che per forza di cose hanno penalizzato in maniera considerevole interi settori economici. E l’incombenza di affrontare la situazione toccherà a chi ne raccoglierà l’eredità.

Riaperture palestre, la sollecitazione di Giorgia Meloni

Giorgia Meloni non farà parte del nuovo governo. Il suo partito, Fratelli d’Italia resterà al di fuori di quella che sembra una larghissima e trasversale pronta a sostenere l’esecutivo presieduto da Mario Draghi. Con un post su Facebook ha, inteso, porre l’accento sulla necessità di affrontare quantomeno il problema della riapertura delle palestre.

“È necessario - ha scritto Giorgia Meloni su Facebook - consentire alle palestre, ormai chiuse dal 24 ottobre scorso, di ripartire in sicurezza, iniziando con la ripresa delle lezioni individuali e delle attività non aerobiche”.

“Il tutto - ha aggiunto la leader di Fratelli d’Italia - ovviamente nel pieno rispetto dei protocolli di sicurezza. Il settore è ormai allo stremo e migliaia di piccoli imprenditori sono sull’orlo del fallimento, moltissimi lavoratori hanno perso il posto di lavoro e moltissime persone hanno perso i benefici di svolgere attività fisica”.

«Anche questa - ha chiosato - è una priorità, finora dimenticata. Speriamo che finita la fase dei giochi di palazzo il nuovo Governo faccia qualcosa.»

È necessario consentire alle palestre, ormai chiuse dal 24 ottobre scorso, di ripartire in sicurezza, iniziando con la...

Pubblicato da Giorgia Meloni su Domenica 7 febbraio 2021

Quando riaprono le palestre? Tante ipotesi

Nei giorni scorsi era stata lanciata l’ipotesi che si potesse istituire una sorta di passaporto vaccinale per frequentare ambienti come quelli di palestre e piscine. Da parte di molti esponenti delle categorie del mondo dello sport era giunta una certa approvazione rispetto all’ipotesi.

Tuttavia, considerati i tempi affinché maturi la progressione della campagna di vaccinazione nella popolazione, occorrerà almeno qualche mese prima che si possa concretamente affrontare un dibattito di questo tipo.

Riapertura palestre, attendere nuovo Dpcm o sperare nella zona bianca

Toccherà al nuovo governo, probabilmente con la collaborazione del Comitato Tecnico Scientifico, individuare possibili protocolli in grado di limitare considerevolmente i rischi di contagio in ambienti come le palestre.

Dagli ingressi contingentati e scaglionati alla possibilità di consentire solo l’attività individuale. Potrebbero essere tante le ipotesi che oggi si possono mettere in campo, ma spetterebbe eventualmente agli scienziati definire le misure che potrebbero garantire la sicurezza minima necessaria.

Non bisogna, tuttavia, dimenticare che già oggi c’è uno scenario in cui si configura la riapertura delle palestre. Anche con le norme attuali. Quello in cui una regione finisce in zona bianca. Per arrivarci occorre che un territorio arrivi ad avere al massimo 50 casi di coronavirus ogni 100.000 abitanti alla settimana.

Un traguardo che è molto lontano per quasi tutto il territorio nazionale. Va, inoltre, sottolineato che ogni discorso relativo al possibile allentamento di qualsiasi restrizione è verosimilmente subordinato all’idea che la curva epidemiologica non subisca peggioramento e la possibile azione negativa di qualche variante possa essere scongiurata.