Ora solare e disturbi del sonno: legame e rimedi naturali al fastidio
Lancette avanti o indietro? È il consueto dilemma quando c’è da impostare l’orologio per far fronte al passaggio dall’ora solare all’ora legale e viceversa. Il quesito rischia di essere anacronistico se si considera che molti dispositivi digitali sono in grado di adeguarsi autonomamente al cambiamento. Tuttavia l’interrogativo resta valido per capire se si dormirà un’ora in più o un’ora in meno.
Arriva l’ora legale: un’ora avanti o indietro?
Quello che accadrà a cavallo tra il 26 ed il 27 marzo è l’arrivo dell’ora legale. Questo presuppone che le lancette dell’orologio saranno da spostare un’ora in avanti. Allo stesso modo il display del dispositivo a cui si affida, ad un certo punto, inizierà a visualizzare un’ora in più. Alle ore 2, per l’esattezza, si verrà catapultati un’ora in avanti. Questo significa che, per chi sarà a letto, si dormirà un’ora in meno qualora al mattino ci sia un appuntamento fissato ad un determinato orario. Anche la semplice sveglia.
Quando tornerà l’ora solare?
L’ora legale contraddistinguerà i prossimi mesi. Per tornare all’ora solare bisognerà, infatti, aspettare il weekend di fine ottobre. Nella notte tra sabato 29 e domenica 30, infatti, si dovranno spostare le lancette di un’ora indietro ed in quel caso si avrà la possibilità di dormire un’ora in più.
Perché esiste l’ora legale?
Passare all’ora legale equivale a vivere giornate in cui il sole tramonta più tardi e questo consente di poter beneficiare dell’illuminazione del sole più a lungo in quelle che sono le fasi in cui si ha una maggiore necessità di illuminare gli ambienti. Si pensi, ad esempio, agli ambienti lavorativi. E in una fase storica in cui si parla molto di costi legati al caro bollette il dato diventa ancora più rilevante.
Quanto fa risparmiare l’ora legale?
Secondo i dati di Terna l’Italia, grazie all’ora legale, tra il 2014 ed il 2020 è riuscita a garantirsi un risparmio di circa 10 miliardi kilowattora, con un risparmio per i cittadini di un miliardo e settecento milioni di euro. Attorno all’ora legale e a livello europeo non c’è una posizione univoca.
Soprattutto i paesi del Nord Europa sembrano spingere in una direzione in cui si possa abolire una soluzione da cui non traggono lo stesso vantaggio, ad esempio, dei paesi mediterranei. Proprio l’Italia e la Spagna sono tra le nazioni europee che hanno maggiore interesse a far valere le possibilità di risparmio nella loro pressione affinché non venga messo in discussione il mantenimento dell’ora legale.
Da quando esiste l’ora legale?
Queste posizioni sono oggetto anche di dibattiti a livello europeo e potrebbero corrispondere anche a disposizioni destinate a decidere il destino dell’ora legale. Non si esclude, ad esempio, che il 2022 possa essere l’ultimo anno in cui si avrà l’ora legale.
Nel 2018, in seguito da un referendum on line, si è avuta una risoluzione legislativa che ha ottenuto il via libera dal Parlamento Europeo a sostegno della proposta di porre fine all’ora legale. Nel 2019, però, l’Italia fece richiesta formale di mantenere il cambiamento di orario, considerati i benefici. Non è, però, da escludere che possa arrivare una direttiva europea.
Si tratterebbe di una svolta storica, se si considera che l’Italia ha sperimentato per la prima volta l’ora legale nel 1916, prima arrivare all’anno 1996 in cui la procedura è diventata sistematica e ripetuta ogni anno.