Naspi finita e ancora niente lavoro? Che sussidi si possono percepire?

Tutto ciò che prevede la legge per chi dopo aver finito di prendere l’indennità per disoccupati Inps è ancora senza lavoro.

Terminare di incassare la Naspi ed essere ancora senza lavoro è un caso molto frequente in questi anni di crisi economica e di disoccupazione diffusa. Il lavoro latita e soprattutto determinate categorie di soggetti hanno molte difficoltà a trovare nuova collocazione lavorativa. Già per gli over 50 la situazione appare molto critica con incentivi e aiuti che i legislatori tendono sempre ad aprire a soggetti più giovani di età. Fino allo scorso anno per chi restava senza occupazione, per i disoccupati cronici che avevano terminato di prendere la Naspi, esisteva la Asdi, un autentico prolungamento della disoccupazione indennizzata, ulteriori 6 mesi coperti da sussidio. L’Asdi oggi non esiste più, sostituita prima dal reddito di inclusione, il Rei e poi dal reddito di cittadinanza, il Rdc.

Cosa c’è oltre la disoccupazione indennizzata?

Scomparsa la Asdi, acronimo di assegno sociale di disoccupazione, cosa resta per chi si trova senza lavoro dopo la Naspi? Proprio il reddito di cittadinanza è la risposta al quesito. La misura tanto cara al movimento 5 stelle è ciò che possono percepire soggetti che continuano ad essere disoccupati dopo aver terminato di percepire la Naspi.
Tra l’altro le 2 misure, ossia Rdc e Naspi sono perfettamente compatibili come confermato dall’articolo 2, comma 8 del Dl 4/2019, il cosiddetto decretone su reddito di cittadinanza e quota 100. Anzi, il reddito di cittadinanza oltre che con la Naspi è perfettamente compatibile con tutti gli altri strumenti di sostegno al reddito per la disoccupazione involontaria. Compatibilità significa che non ci sono paletti ostativi a poter rientrare nel reddito di cittadinanza sia dopo aver fruito di un amortizzatore sociale che durante il suo incasso. Tutto questo sempre che si rispettino ovviamente i requisiti previsti per il reddito di cittadinanza.

Tutto dipende dall’Isee

Chi ha diritto alla Naspi può fare domanda per il reddito di cittadinanza solo se possiede i requisiti per la misura di contrasto alla povertà del governo.
È sugli importi del reddito di cittadinanza che ciò che si è incassato con gli ammortizzatori sociali influirà. Infatti l’eventuale contributo erogato sulla card gialla del RDC verrà calcolato tenendo conto di queste entrate provenienti da Naspi e simili.
Come per le dichiarazioni dei redditi infatti, tutto ciò che viene incassato di Naspi concorre a formare il calo dell’Isee, che serve prima di tutto per poter rientrare nella misura (tetto massimo 9360 euro a nucleo familiare) e poi per calcolare l’importo da erogare a ciascun beneficiario.
Riguardo all’Isee poi c’è da dire che il decreto crescita ha aperto alla possibilità di richiedere l’Isee corrente nel caso in cui rispetto a quello inizialmente prodotto, per la famiglia siamo successo eventi successivi come la perdita di un lavoro da parte di uno dei componenti. Dopo la Naspi in definitiva, si può percepire ormai solo il reddito di cittadinanza che ricordiamo vale per 18 mesi.