La ripartenza dei ristoranti, differenze Italia-Germania

Testimonianze dirette dei lavoratori italiani in territorio tedesco.

La pandemia non ha fatto sconti a nessuno, in Europa come nel Mondo. Tutti gli Stati sono stati colpiti dal coronavirus, chi più chi meno. E così le norme sulle restrizioni delle libertà individuali, le chiusure delle attività, i lockdown sono stati gli strumenti che l’Italia e quasi tutti gli altri Stati sono stati costretti ad attuare. Uno dei settori notoriamente più esposti agli effetti negativi delle misure di restrizione è stato quello della ristorazione.

Parliamo di bar, ristoranti, pub e simili. Tutti pubblici esercizi a cui molte persone sono legati nella quotidianità. Ma se per il cliente, la chiusura delle attività si è tradotta in una mancanza a livello di svago e rapporti sociali, per i gestori è stato un duro colpo a livello economico.

Fase 2 riaperture, in disastro annunciato

Foto della movida, locali stracolmi e gente senza mascherina, queste le immagini che riempiono i social in alcune grandi città. Ma è solo la punta dell’iceberg, perché la normalità è tutt’altro che tornata. Le attività vedi bar, ristoranti e locali di questo tipo è nettamente calata dal punto di vista degli incassi e delle presenze dei clienti.

Per questo si tratta di attività che hanno necessità di essere sostenute finanziariamente, in Italia ma anche all’estero, come per esempio in Germania. Vediamo proprio cosa sta accadendo nella vicina Germania e cosa cambia rispetto a noi italiani quando si parla di riapertura dei ristoranti e aiuti economici agli esercenti.

Aiuti on Germania la situazione

Da una attenta analisi prodotta dal sito «Gambero Rosso.it» emergono sostanziali differenze tra Germania e Italia. Sul sito si legge che il governo teutonico ha agito su liquidità e Iva per sostenere le sue attività dislocate sul territorio. Interventi importante per una Nazione, quella tedesca, dove hanno attuato un lockdown meno drastico di quello nostrano.

La ripartenza della ristorazione in Germania è stata diversa da Regione a Regione, in base alle decisioni dei diversi Land. Naturalmente le linee guida provengono sempre dalla autorità centrale. Dal punto di vista finanziario, in Germania hanno destinato soldi a fondo perduto alle piccole e medie attività. Soldi nella misura di 9.000 euro per imprese fino a 5 dipendenti, 15.000 euro per quelle fino a 10 dipendenti e anche 30.000 euro per quelle più grandi.

I soldi però devono essere usati per coprire le spese di gestione attività, non per pagare le spese retroattive. In Germania poi ci sono aiuti anche su base regionale. Inoltre si è deciso che dal 1 luglio verrà tagliata l’Iva sui cibi, che dall’attuale 19% scenderà al 7%.

Le testimonianze

Che in Germania la situazione economica sia migliore dell’Italia è dimostrato da alcune testimonianze di lavoratori italiani in Germania. Ciò che trapela è che il coronavirus non ha drasticamente scombussolato la vita in Germania, come invece è accaduto da noi.

Sul sito si legge che un italiano trapiantato in Germania ha detto che: “qui molto hanno percepito il problema come poco più che un’influenza, non c’è stato allarmismo, le strade sono sempre state piene, la libertà di movimento da una regione all’altra del Paese non è mai venuta meno”. Però anche in Germania le attività di ristorazione sono rimaste chiuse per due mesi, tranne che per il take away e la consegna a domicilio. Per i ristoratori però questo è stato un evidente problema.

Tutto intorno il mondo in Germania funzionava, ma non si poteva tenere il ristorante aperto. Una anomalia che un ristoratore italiano di Dusseldorf dice di non capire. Ma non è l’unica, perché anche in territorio tedesco le regole imposte tutto sono tranne che chiare, con la spada di Damocle delle sanzioni che arrivano fino a 25.000 euro.

In Germania la distanza tra tavoli deve essere di un metro e mezzo. Nei ristoranti, se ci si siede a tavola, bisogna appartenere a non più di due nuclei familiari. E c’è l’obbligo di registrare i dati degli avventori. Ed anche sulle mascherine, in Germania c’è l’obbligo di indossarle, per i clienti quando si alzano dal tavolo e per i lavoratori, anche in cucina.