Familiari a carico: chi sono, limiti di reddito, regole e che succede se si superano le soglie

Avere familiari a carico da diritto alle detrazioni Irpef, ma bisogna rispettare precise regole.

Coniuge, figli e parenti se fiscalmente a carico, possono scontare l’Irpef che un contribuente deve versare ogni anno. Lo strumento utile ad ottenere questo «sconto» fiscale è la detrazione per familiari a carico. Ma occorre prestare attenzione perché può capitare che un proprio familiare trovando lavoro, anche se non stabile e magari, per poche settimane, superi determinate soglie uscendo dal perimetro delle detrazioni spettanti.

E se nel frattempo non si è comunicato al proprio datore di lavoro la variazione dei familiari fiscalmente a carico, le conseguenze potrebbero essere spiacevoli.

Cosa accade se si prendono detrazioni non spettanti

Fino a quale soglia di reddito è possibile portare fiscalmente a carico un proprio familiare? La risposta a questa domanda è la soluzione alle problematiche che un lavoratore potrebbe trovare in sede di dichiarazione dei redditi.

Capita spesso che un lavoratore dipendente contribuente presenta il 730 scaricando spese mediche (il dentista piuttosto che il nuovo paio di occhiali da vista), magari ingenti, pensando di andare a credito di imposta.

Ma in sede di liquidazione di imposta ecco sopraggiungere la sorpresa. Anziché andare a rimborso nella busta paga, questo contribuente non recupera niente o addirittura si trova trattenute per imposta a debito.

Prima di gridare allo scandalo, lamentandosi con il sostituto di imposta o col professionista a cui ci si è affidati, o scrivendo all’Agenzia delle Entrate dando per scontato un errore del Fisco, meglio verificare cosa è successo nell’anno di imposta a cui la dichiarazione dei redditi si riferisce.

Infatti un problema come quello prima esposto spesso è causato dai familiari a carico che magari superano la soglia di reddito proprio utile alle detrazioni.

Limiti di reddito familiari a carico

Chi ha dei familiari fiscalmente a carico ha diritto a una detrazione che è diversa a seconda se il soggetto fiscalmente a carico sia la moglie o i figli. Inoltre la detrazione varia in base al numero dei figli a carico, della loro età e delle eventuali situazioni di handicap che hanno.

L’istituto delle detrazioni però è assoggettato a regole precise, perché esiste un reddito minimo da non superare per essere a carico. La materia è piuttosto variegata, perché non esiste un limite unico di reddito per essere considerati a carico fiscalmente, perché il coniuge ha una soglia più alta rispetto ad un figlio e perché le soglie cambiano a seconda che il figlio abbia una età superiore o inferiore ai 24 anni.

Altro fattore determinante è la condizione di convivenza, perché ad esclusione di coniuge e figli, tutti gli altri familiari a carico possono essere considerati tali solo se conviventi.

Perché un familiare sia considerato a carico, il suo reddito massimo non può superare 2.840,51 euro annui. Se il reddito supera questo limite entro la fine dell’anno solare, il familiare per l’intera annualità non è considerato a carico.

Se il figlio ha meno di 24 anni di età, la soglia è pari a 4.000 euro annui. Per verificare il reddito del familiare si deve prendere a riferimento l’imponibile fiscale Irpef indicato nella Certificazione unica (CU). Altri familiari a carico possono essere i genitori, i generi e le nuore, il suocero e la suocera, i fratelli e le sorelle, i nipoti.

Detrazioni familiari a carico, importi

Le detrazioni per familiari a carico variano a seconda della parentela col contribuente dichiarante o del reddito di quest’ultimo. Inoltre, se il figlio ha meno di tre anni la detrazione è più elevata (se compie tre anni nel corso dell’anno, la detrazione maggiore vale solo per i mesi dell’anno precedenti al compleanno), così come lo è se il figlio è disabile.

La detrazione è divisa al 50% tra entrambi i coniugi, a meno che anche il secondo genitore sia a carico del primo o se si è trovato un accordo per caricare la detrazione ad un unico genitore.

La detrazione spetta in modo parziale se nel corso dell’anno oggetto della detrazione, sopraggiungano casi come decessi, matrimoni dei figli o altre situazioni che fanno uscire dal nucleo familiare un soggetto a carico.

Per le famiglie numerose (con 4 o più figli) spettano le detrazioni aggiuntive nella misura di 1.200 euro. Le detrazioni spettanti per anno quindi sono paria a 1.220 euro per figlio sotto i 3 anni di età (1.620 euro se disabile), 950 euro per figli sopra i 3 anni di età (1.350 euro se disabile). In famiglie con più di tre figli, extra detrazione di 200 euro a figlio (somma aggiuntiva per ogni figlio a partire dal primo). Per il coniuge invece, 800 euro di detrazione. Tutte queste soglie sono la detrazione teorica o di base. Infatti tali detrazioni scendono con il salire del reddito in base a scaglioni e fasce.

Per quanto detto quindi, le detrazioni sono di importo piuttosto elevato e pertanto, se un familiare supera quella soglia di reddito proprio in misura tale da farlo uscire dal carico fiscale del dichiarante, evidente che ci siano debiti di imposta piuttosto rilevanti. Questo è il caso che potrebbe portare una dichiarazione dei redditi, per la quale si da per scontato il rimborso fiscale per via delle prima citate fatture del dentista, ad essere a debito.

Per approfondire consigliamo la lettura anche dell’articolo: Rimborsi fiscali da 730? Se si è incapienti si perde il diritto anche per ristrutturazioni, mutui e spese mediche