Aumento stipendio nelle Pubbliche Amministrazioni: arriva l’armonizzazione dei trattamenti accessori!

Nella manovra c’è il provvedimento che punta all’armonizzazione dei trattamenti accessori tra i dipendenti dei vari Ministeri.

Un provvedimento poco pubblicizzato ma che può essere molto importante per i lavoratori statali, è contenuto nella manovra economica del governo giallorosso. Tra le misure approvate nella Legge di Bilancio 2020 c’è il provvedimento che prevede l’armonizzazione dei trattamenti accessori erogato ai lavoratori della Pubblica Amministrazione. Di cosa si tratta? Vediamo nello specifico cos’è il provvedimento e chi ne trarrà beneficio.

Trattamenti più equi

La misura, che è inserita nel testo definitivo della legge di Bilancio, entrerà in vigore non appena la manovra sarà approvata definitivamente (il termine è il 31 dicembre prossimo). L’obbiettivo del provvedimento è quello di rendere equo il trattamento economico trai lavoratori dipendenti impiegati presso la Pubblica Amministrazione. Tradotto in termini pratici, dal 2021molti lavoratori si vedranno aumentare gli stipendi.

Sono 80 milioni gli euro stanziati per questa operazione che punta a risolvere un annoso problema, che è quello della disparità di trattamento tra lavoratori della Pubblica Amministrazione, ma in servizio in Ministeri diversi. Infatti è noto che alla voce indennità amministrative, non tutti i lavoratori dipendenti, a parità di inquadramento, percepiscono le stesse cifre nel proprio cedolino dello stipendio.

La misura e cosa propone

Il nodo sono i trattamenti accessori che vengono erogati in misura diversa a seconda delle aree funzionali prese in considerazione. In molti casi le differenze sono piuttosto ingenti. Sul sito «Quifinanza.it», vengono riportati alcuni esempi che mettono in luce questa disparità che il nuovo provvedimento punta ad azzerare. Un lavoratore dipendente, inquadramento prima fascia presso il Ministero della Giustizia, riceve una indennità amministrativa di oltre 308 euro. Per in pari grado del Ministero dell’interno per esempio, tale indennità è pari a circa 135 euro.

Più del doppio quindi, per una evidentissima anomalia diffusa a macchia d’olio. Tra un impiegato del Mise ed uno del Ministero della salute, sempre come indennità amministrativa, si va da 205,88 a 187,20 euro. E differenze sostanziali emergono tra lavoratori del Ministero dell’istruzione rispetto a quelli impiegati al Ministero dell’economia. Gli esempi sono vasti e diffusissimi, soprattutto se vengono presi in riferimento, lavoratori con la stessa fascia di inquadramento, con le stesse mansioni e con la medesima anzianità di servizio.

Queste differenze, che magari in passato, erano meno evidenti per via della suddivisione in 11 comparti dei lavoratori dipendenti delle Pa, adesso sono molto più lampanti. La riduzione a 4 soli comparti, prevista dalla riforma della Pubblica Amministrazione, ha scoperchiato il vaso. Adesso si è deciso di alzare gli indennizzi a chi fino ad oggi ha incassato meno. La norma, che entrerà in funzione nel 2021, potrebbe quindi, rappresentare un sostanziale aumento di stipendio per molti lavoratori.
Una equiparazione che dovrà essere fatta per gradi, in modo tale da ripartire nella maniera più giusta le risorse messe a disposizione dal governo.