Roma tra caos e degrado. I punti critici per la reputazione della Città Eterna

Roma: una città turistica penalizzata dai riflettori dei media di tutto il mondo. Il brand della città eterna perde punti? Ecco le numerose criticità della Capitale negli ultimi due mesi.

Roma è una città a vocazione turistica e un vero e proprio brand conosciuto in tutto il mondo, ma di recente sono emerse nella città numerose criticità che sono state rese pubbliche dai media nazionali e internazionali. Ne risulta un danno a livello di immagine, che si va ad aggiungere ad una cura fallimentare della città..

Roma e turismo: a rischio la reputazione
La città di Roma ha da sempre richiamato numerosi visitatori per la propria intrinseca “bellezza”, lo stile architettonico, l’artigianato, l’enogastronomia, le arti applicate.
Roma nel suo insieme possiede un patrimonio urbanistico eccezionale. In una sola parola, il «brand» di Roma è a vocazione fortemente turistica.
Nel 2014 sono giunti a Roma oltre 6 milioni di turisti, un dato che pone la Capitale fra le città più visitate in assoluto.
Tutto bene allora? Non proprio, se si esaminano le criticità emerse recentemente.

Roma: i punti critici della città
Eccole in ordine cronologico dalla più recente le criticità emerse dai media nazionali e internazionali riguardo la città di Roma:

  • un incendio doloso il 29 luglio manda in fumo diversi ettari di pineta nei pressi dell’aeroporto di Fiumicino e costringe migliaia di passeggeri a rimanere a terra. Renzi fa aprire un’inchiesta.
  • nello stesso giorno, il comando Provinciale pone sotto sequestro il Porto Turistico di Roma e arresta il presidente della struttura con l’accusa di bancarotta fraudolenta.
  • il 28 luglio, il sindaco Marino deve operare un rimpasto nella Giunta perché non può più contare su 5 assessori, dimessi o sollevati a causa di pregressi scandali politici.
  • 23 luglio 2015: il New York Times pubblica un articolo che denuncia lo stato di degrado in cui versa il centro storico di Roma.
  • luglio 2015: il servizio di trasporto pubblico della metropolitana subisce notevoli disagi a causa dello sciopero bianco indetto dai macchinisti contrari all’introduzione del badge elettronico. Vengono rimossi i vertici Atac.
  • 4 giugno 2015: giunge al culmine lo scandalo di Mafia capitale, già scoppiato a dicembre del 2014. Scattano molti arresti per esponenti ed ex esponenti della politica romana. Si dimettono anche diversi consiglieri comunali in carica, perché sospettati di avere collegamenti con la presunta associazione criminale.

Cosa accomuna tutte le criticità emerse a Roma?
Le criticità rilevate negli ultimi due mesi a Roma sono tutte caratterizzate da una elevata visibilità, essendo state pubblicate su media locali, nazionali ed internazionali.
Potenzialmente tutte tali criticità influiscono negativamente sul brand della città di Roma, perché contengono il nome stesso della città (Porto di Roma), o perché vi alludono (Mafia capitale) o sono strettamente legate alla vita cittadina (metropolitana, centro storico, aeroporto, etc.)
Chi si è trovato in prima persona in determinate criticità, specialmente visitatori e turisti, ha spesso riportato un vissuto emotivo fortemente negativo, tale da essere poi condiviso con altre persone come conoscenti o amici. Tutto ciò crea una rete di comunicazione di segno opposto rispetto all’immagine positiva che Roma è riuscita a crearsi nel tempo.

Ad essere più danneggiata, tuttavia, è la reputazione che Roma ha a livello nazionale. Come poterla difendere oggi dall’ormai vecchio slogan leghista “Roma ladrona”? Come reclamare finanziamenti, aiuti economici e supporto da parte del Governo se questo non reputa «credibili» i motivi di tali richieste? Con quale Giunta dovrebbe dialogare eventualmente il Governo? Una ritenuta provvisoria o precaria?

Gli stessi cittadini romani, preoccupati per il dilagare delle criticità, si trovano a un bivio: rassegnarsi perché non pensano di trovare un interlocutore affidabile nell’amministrazione locale oppure reagire come ad esempio ha fatto Alessandro Gassmann
Nutrire ottimismo, in ogni caso, è lecito, poiché esistono casi di City branding di successo che sono partiti da situazioni molto più difficili, come dimostra proprio la malavitosa New York del 1976 che ha recuperato presto un’immagine positiva diventando una città cult grazie (anche) al logo I Love New York di Milton Glaser.