Società Foggiana: storia e omicidi della feroce organizzazione criminale

Cos’è la Società Foggiana? Storia e principali fatti di sangue del potente e sanguinario cartello criminale operante dagli inizi degli anni ’80 nel nord della Puglia.

Società Foggiana: storia e principali fatti di sangue del feroce cartello criminale operante fin dai primi anni ‘80 nella provincia di Foggia, ma con rapporti e ramificazioni estese praticamente in tutta Italia.

Anche se meno nota della Mafia, della Camorra, della Ndrangheta e dei conterranei della Sacra Corona Unita, la Società Foggiana è un’organizzazione criminale relativamente più giovane rispetto alle altre, ma sicuramente non meno potente e sanguinaria.

I recenti avvenimenti di San Severo, dove alcuni ignoti hanno aperto il fuoco di notte su alcuni blindati della polizia, assieme agli omicidi avvenuti nel territorio nei mesi scorsi, hanno riacceso le attenzioni anche dell’opinione pubblica nazionale sulla Società Foggiana.

Vediamo allora come è nata la Società Foggiana, come si struttura, quali sono le famiglie più potenti e le principali guerra tra i vari clan per il controllo della strategica zona della provincia di Foggia.

La nascita della Società Foggiana

La Società Foggiana, a differenza delle altre organizzazioni malavitose operanti in Italia, ha una data di nascita ben precisa così come il luogo: il 5 gennaio 1979 presso l’Hotel Florio, a metà strada tra Foggia e San Severo.

Ad organizzare il tutto fu Raffaele Cutolo, padre della Nuova Camorra Organizzata che si trovava ospite forzato nella provincia di Foggia. L’allora boss di Napoli colse così l’occasione al volo per creare questo nuovo cartello, che poteva far aumentare la propria sfera di influenza nello strategico territorio del nord della Puglia.

L’idea fu subito apprezzata dai malavitosi locali, che così vennero letteralmente formati dalla dottrina di Cutolo. Dalla Nuova Camorra Organizzata infatti la Società Foggiana riprese la struttura gerarchica, i riti di iniziazione e le strategie per imporsi nell’ambito della criminalità.

Da quella riunione datata gennaio 1979 prese così vita la Società Foggiana, che rapidamente acquistò sempre più forza e importanza, arrivando a poter contare attualmente su un autentico esercito di circa 900 affiliati.

Le città e i clan della Società Foggiana

La Società Foggiana opera in tutta la provincia di Foggia, anche se negli ultimi anni ha ampliato il proprio raggio d’azione anche nel vicino Abruzzo e nelle Marche, oltre che ad aver sempre saldo il proprio rapporto privilegiato con la Camorra.

Nella sola città di Foggia si contano circa 200 affiliati. I principali clan fanno capo alle famiglie Moretti-Pellegrino, Sinesi-Francavilla e Trisciuoglio-Prencipe. Gli stessi hanno poi egemonia anche nella vicina e problematica San Severo.

A Cerignola invece operano due clan: quello Piarulli-Ferraro e quello Di Tommaso. Questa piccola cittadina di poco più 50.000 abitanti, da molti è ritenuta essere la il principale centro da dove nascono le grandi rapine e gli assalti ai portavalori.

Anche nel Gargano sono molte le famiglie presenti e ultimamente in lotta tra di loro. Il clan Romito e quello li Bergolis si stanno facendo la guerra per il controllo di quella che è una zona turistica capace di attrarre circa due milioni di visitatori ogni anno.

Le faide nella Società Foggiana

Sono diverse le attività cui si dedica l’organizzazione criminale. Dal controllo del traffico degli stupefacenti al racket (Foggia e tra le province in Italia più colpite in termini di pizzo), fino alla prostituzione e al gioco d’azzardo.

Come detto poi, soprattutto le famiglie di Cerignola sono specializzate e famose in tutto il mondo per le grandi rapine e gli assalti ai portavalori, una sorta di marchio di fabbrica della malavita locale.

Così come la Camorra dalla quale ha tratto ispirazione, la Società si è contraddistinta negli anni per la grande ferocia delle sue azioni, con guerre sanguinose tra i clan e attentati verso chi non voleva sottostare alle loro regole.

L’omicidio di Giuseppe Laviano, boss della Sacra Corona Unita, nel gennaio del 1989 dette il via definitivo alla scissione della Società Foggiana dalla Sacra Corona Unita operante nel resto della Puglia.

Tre anni prima c’era stato uno degli eventi di sangue più cruenti del foggiano: il primo maggio 1986 vennero uccise quattro persone e ferita una quinta, per quella poi denominata “strage dei Bacardi

Dietro tutti questi omicidi c’era la regia di Rocco Moretti detto “il porco”, uno dei più potenti e sanguinari boss della Società Foggiana. Il suo clan dei Moretti-Pellegrino è da sempre opposto a quelli dei Sinesi-Francavilla e Trisciuoglio Prencipe, con questi due che attualmente si sarebbero alleati contro il nemico comune.

In questa guerra tra clan, tra il ‘98 e il ‘99 avvennero nel foggiano 14 omicidi e altrettanti attentati, con la pace poi raggiunta che ultimamente si sarebbe nuovamente rotta visto che si è tornati a sparare e a morire.

Una guerra che sfocia anche nel Gargano dove il clan Romito, alleato dei Trisciuoglio-Prencipe, si sta fronteggiato con quello dei li Bergolis che invece è spalleggiato dalla famiglia Francavilla.

Oltre a questi, sono presenti clan praticamente in tutti i centri del foggiano: Vieste, San Giovanni Rotondo, San Marco in Lamis, Manfredonia, Mattinata, Rignano Garganico e Monte Sant’Angelo.

Una polveriera ormai sempre più fuori controllo, con le autorità del luogo che da tempo richiedono più attenzione da parte dello Stato che invece da tempo sembrerebbe snobbare, a torto, la feroce Società Foggiana.

Se ormai sembrerebbe far notizia solo il processo a Roma per Mafia Capitale, nel Sud dell’Italia le organizzazioni criminali continuano a sparare e a uccidere come nel sanguinoso passato del nostro paese.

Emblematico a riguardo è l’agguato avvenuto all’alba di martedì 21 marzo a Monte Sant’Angelo, con l’agguato mortale al pregiudicato Giuseppe Silvestri. Nel Gargano si tratta del quarto omicidio negli ultimi tre mesi, indice di come la pace sia ormai solo un lontano ricordo.