Macchine e tecnologie: sostituiranno il lavoro dell’uomo?

Secondo due studi fatti sulla futura automazione del lavoro, le macchine e le nuove tecnologie sostituiranno a breve il lavoro dell’uomo in molti settori. Vediamo come.

Previsioni per il prossimo futuro? Le macchine sostituiranno il lavoro dell’uomo nelle fabbriche e negli uffici. Questo è quanto emerge da due ricerche condotte una in Italia e l’altra in America rispettivamente dalla SDA Bocconi e dal McKinsey Global Institute.

Le previsioni fatte per il prossimo decennio sono state allarmanti: in Italia, come all’estero, potrebbe esserci una crisi occupazionale causata dalla sempre maggiore diffusione delle macchine nella maggior parte dei settori lavorativi.

Sembrerebbe che il 49% dei lavori che oggi sono svolti da persone, in un futuro prossimo potranno essere tranquillamente sostituiti dalle tecnologie automatiche che garantiscono un minor costo ed un minor margine di errore.

La ricerca della SDA Bocconi: le macchine automatizzeranno il lavoro?

La ricerca «Il futuro del lavoro nella società digitale» commissionata dalla Aica, l’Associazione Italiana per l’Informatica e il Calcolo Automatico, e condotta dalla SDA Bocconi, ha confermato precisamente quanto detto.

Durante la ricerca sono stati presi a campione opinion leader, studenti di quindici atenei italiani, imprenditori di diversi settori, manager d’azienda e responsabili del personale.

Tutti gli intervistati hanno confermato che in un futuro prossimo (10 anni) sempre più posti di lavoro saranno sacrificati per inserire le macchine in determinati settori piuttosto che in altri.

Secondo l’87% degli intervistati, le maggiori sostituzioni si avranno nelle attività operative fisiche, mentre per il 92% in quelle intellettive e per il 51% la riduzione del personale in favore delle macchine si avrà anche nelle attività concettuali.

E’ abbastanza chiaro che le aziende sfrutteranno il potenziale delle opportunità tecnologiche ed è per questo che ci si inizia a preoccupare per l’occupazione che, già in Italia, ma anche all’estero, è sempre più in calo.

Secondo quanto affermano Alfredo Biffi e Pierfranco Camussone, autori della ricerca nonché docenti della SDA:

"È complesso dire se il lavoro sarà distrutto o ricomposto su altre prospettive rispetto all’assetto attuale, anche se le rilevazioni tendono a dimostrare che anche il lavoro più intellettivo soffrirà della sostituzione uomo-macchina."

Le macchine ed il lavoro: lo studio del McKinsey Global Institite

Le premesse teoriche portate avanti dalla SDA Bocconi erano già state in precedenza confermate dallo studio del McKinsey Global Institute che ha preso in esame 54 nazioni del mondo ed il 78% dei lavoratori di tutto il mondo e ha calcolato che i lavori a rischio automazione sono il 47%.

Lo studio ha utilizzato un campionamento capillare che ha permesso di arrivare a conclusioni molto dettagliate: infatti è stato dimostrato che nel 60% dei lavori il 30% delle attività potranno essere svolte da robot o sistemi di intelligenza artificiale senza l’aiuto dell’uomo.

In futuro soltanto il 5% dei lavori potrà essere totalmente automatico: la maggior parte riguarderà quei settori d’impiego pratici nei quali la macchina lavora meglio dell’uomo.

Per quanto riguarda i lavori di ingegno invece non è prevista una totale automazione ma un lavoro della macchina affiancato a quello dell’uomo:

«Gli esseri umani saranno ancora indispensabili: il guadagno in produttività che noi prevediamo potrà essere raggiunto solamente se gli uomini lavoreranno fianco a fianco con le macchine»

Infatti, secondo gli studiosi, ci sono settori troppo difficili da automatizzare completamente perché la macchina può fare grandi cose ma ancora non sa prendere decisioni o provare emozioni.

Secondo McKinsey, l’automazione muterà il lavoro di tutti in qualunque settore con un minore o maggiore grado a seconda dell’ambito.

Sia minatori che bancari, sia stilisti che amministratori delegati, tanto per fare degli esempi, si ritroveranno coinvolti dal cambiamento.

Dal un punto di vista della produzione, il processo di automazione porterà dei vantaggi enormi: secondo McKinsey, dal 2015 al 2065, la crescita della produttività varierà da un tasso percentuale dello 0,8% a un tasso percentuale dell’ 1,4% annuo.

L’automazione del lavoro pertanto non deve essere considerata come una catastrofe: è vero che molti lavori saranno totalmente rivoluzionati, ma i cambiamenti sono alla base dell’evoluzione e non è la prima volta che uno stravolgimento simile si verifica.

Basti pensare alla lontana, seppur vicina, rivoluzione industriale: se l’umanità si fosse impaurita davanti alle nuove tecnologie, dove sarebbe rimasta l’evoluzione?