Chi è Atlas: il robot che fa parkour

Un nuovo video della Boston Dynamics raffigura il robot Atlas eseguire capriole e salti. Ecco cosa sappiamo di Atlas fino ad’ora.

Macchine parlanti e in grado di camminare, un tempo materiale di fantascienza, oggi una realtà. Da qualche anno girano in rete una serie di video su un gruppo di robot sviluppati dalla azienda Boston Dynamics. Il più sorprendente è Atlas, un umanoide sviluppato per svolgere missioni di soccorso e recupero.
Atlas è alto 1,83 metri e pesa 81 KG. Dagli ultimi video pubblicati dalla Boston Dynamics è possibile vedere l’uomo di metallo cimentarsi in gesti acrobatici, tra cui un salto mortale.

Come funziona Atlas?

Atlas è costituito da 28 giunti idraulici, dotato di due sistemi di visibilità, controllato da un computer esterno e alimentato da energia elettrica. I suoi movimenti sono dettati da un algoritmo, aggiornato anno dopo anno, come si può vedere dal video a fine articolo.

A che cosa serve?

Il robot Atlas è stato finanziato dal Dipartimento di difesa statunitense, che ha sin da subito dichiarato l’intenzione di utilizzare il macchinario soltanto in situazioni di soccorso. Fondamentale per questo obiettivo è la capacità di Atlas di potersi muovere liberamente in vari scenari, dimostrata da un video degli ultimi anni in cui il robot attraversa senza difficoltà una distesa innevata.

Atlas può essere impiegato per raggiungere zone in cui un normale essere umano sarebbe a rischio come incendi, zone ad alta radioattività, luoghi colpiti da maremoti e terremoti. I commenti online sono comunque pieni di terrore: pronostici apocalittici si alternano a commenti di black humor, come quello sul robot Sophia del comico Bill Burr nel suo ultimo special di Netflix. Si tratta di paranoia o esiste un rischio concreto?

I robot sono pericolosi?

Secondo vari personaggi, alquanto autorevoli, i robot e l’intelligenza artificiale costituirebbero per gli uomini un pericolo. Elon Musk, Stephen Hawking e altri esperti del settore hanno firmato nel 2014 una lettera aperta sull’intelligenza artificiale. Nel documento gli studiosi affermano come questo strumento possa effettivamente essere una risorsa utile all’umanità, ma al tempo stesso sottolineano il rischio di come questa tecnologia possa sfuggirci di mano.
Il timore riguarda in particolare la preoccupazione che “l’intelligenza artificiale possa smettere di agire secondo i desideri umani”. Parere in linea con questo pensiero è quello di Laura Nolan, ex dipendente Google, licenziatasi per protesta alla richiesta di lavorare con i militari americani per migliorare la tecnologia dei droni. Nolan sostiene l’utilizzo dell’AI in campo militare andrebbe bandito, allo stesso modo in cui sono state vietate le armi chimiche. La questione rimane aperta, poiché per il momento non è stata ancora trattata a livello politico.