Salute, Ficarra (Siu): «Alla prima perdita di urina rivolgersi all’urologo»

AdnKronos - salute

Roma, 2 lug. (Adnkronos Salute) - «Alla prima perdita di urine, una spia che dovrebbe far riflettere sulla situazione anormale, ? bene rivolgersi immediatamente all’urologo. Vale per gli uomini come per le donne, le più colpite dall’incontinenza urinaria. Il sintomo va approfondito e discusso con lo specialista che valuterà le cause che la determinano e il tipo di trattamento su misura per ciascun paziente». Così all’Adnkronos Salute Vincenzo Ficarra, professore ordinario di Urologia e direttore della Cattedra di Urologia presso l’Università degli Studi di Messina, in occasione della Giornata nazionale dell’urologia promossa dalla Società italiana di urologia (Siu) e che si celebra oggi.

A scatenare l’incontinenza urinaria sono diversi motivi. «Nel caso si tratti di una perdita di urine che dipende da iperattività della vescica, questa iperattività può essere trattata con i farmaci - spiega Ficarra che è anche responsabile dell’Ufficio scientifico Siu - Abbiamo a disposizione gli anti-muscarinici o i Beta-3 agonisti, farmaci in grado di controllare la funzionalità della vescica». Un’altra causa dell’incontinenza urinaria «nelle donne - sottolinea lo specialista - può dipendere dal deficit dello sfintere, in genere accade dopo una gravidanza o è dovuto al prolasso degli organi uro-genitali. In tal caso procediamo con interventi chirurgici mininvasivi, così da consentire alle donne di ripristinare la loro continenza». Ci sono, inoltre, cause dovute alle fistole: «Si possono verificare comunicazioni anomale tra vescica e vagina che determinano l’incontinenza. Anche in questo caso procediamo con l’intervento chirurgico». Negli uomini, invece, la perdita di urina può essere «la conseguenza di interventi chirurgici per tumori o patologie benigne. Anche in questo caso la soluzione è l’intervento chirurgico mininvasivo, fino al posizionamento dello sfintere artificiale».

Per evitare l’uso di pannoloni, che ha anche un costo economico per i pazienti, «abbiamo le terapie farmacologiche che però sono tutti a pagamento e vanno a pesare sulle tasche di 5 milioni di persone, tanti ufficialmente sono gli con incontinenza urinaria - conclude Ficarra - ma è un dato per difetto, sottostimato perché in molti per pudore non si rivolgono al medico, non ne parlano con l’esperto. Occorre lavorare di più per far emergere questo sommerso».