Italia senza chirurghi, fuga all’estero e raddoppio borse specialità deserte

AdnKronos - salute sanita

Roma, 8 mar. (Adnkronos Salute) - La sanità pubblica in Italia rimarrà senza chirurghi? «In pochi anni abbiamo la ’bellezza’ del raddoppio, una progressione geometrica, delle borse di specializzazione lasciate vuote dai giovani laureati in Medicina: -28% nel 2022 di iscritti al primo anno, -56% nel 2023 di nuovi iscritti. Io tremo se penso al 2024», dichiara all’Adnkronos Salute Marco Scatizzi, presidente dell’Associazione chirurghi ospedalieri italiani (Acoi). «C’è anche una fuga verso l’estero dei nostri chirurghi, che vanno dove trovano veramente spazio e stipendi più alti - lamenta Scatizzi - Almeno il 20% di chi è formato in Italia finirà per lavorare poi fuori dall’Italia. Non siamo poi attrattivi verso i colleghi stranieri. Anche nel Regno Unito c’è un problema di specialisti, però ci sarà sempre un medico italiano che va Londra perché gli conviene. Ma da noi non vengono neanche i bulgari, con tutto il rispetto». E i medici cubani in Calabria? «I cubani li mandano perché quel Paese non è una democrazia», precisa il presidente Acoi.

Ogni anno sono oltre 80mila i neodiplomati che tentano il test a Medicina sognando di indossare il camice bianco, perché nessuno poi sceglie di fare il chirurgo? «Sognano di farei cardiologi o i dermatologi - risponde Scatizzi - non si sceglie più la chirurgia per una questine di impegno e di remunerazione». C’è anche la paura delle denunce? «Certo - conferma - ma non sarà l’ipotesi di scudo penale a fermare il fenomeno della medicina difensiva e delle denunce verso noi specialisti, perché credo che se passerà lo scudo penale sarà facilmente impugnato da qualche giudice davanti la Corte Costituzionale che solleverà l’incostituzionalità», avverte il numero uno dell’Acoi.

"La volontà di procedere con uno scudo penale per i medici è un segnale del Governo che noi abbiamo apprezzato - continua Scatizzi - Hanno cercato di dare una visione, ma non è la soluzione. Una via potrebbe essere la modifica delle leggi che esistono attenuando il contenzioso legale. Sia nel civile che nel penale - suggerisce - basta cambiare qualche piccola regola, e si può fare rispettando la Costituzione, e noi avremo un deflazionamento del contenzioso". In conclusione, secondo il presidente Acoi «un lavoro come il nostro di grande responsabilità, di grande impegno e fatica, ma purtroppo con retribuzioni che sono assolutamente inadeguate, ovviamente non è più attrattivo».