
Milano, 3 gen. (Adnkronos Salute) - In questi giorni «siamo al centro del picco dell’epidemia di malattie respiratorie anche per i bambini, non solo per gli adulti. Abbiamo tantissimi casi di bronchiolite, abbiamo bambini che hanno episodi acuti di bronchite asmatica, polmoniti. Ma fondamentalmente è la bronchiolite la malattia più frequente e che intasa particolarmente i pronto soccorso. I tre virus che stanno circolando sono: il virus respiratorio sinciziale (Rsv) al primo posto, e poi a seguire influenza e coronavirus Sars-CoV-2 più o meno nella stessa misura». Di conseguenza, «gli accessi al pronto soccorso sono triplicati nell’ultimo mese. E il 90% dei piccoli ricoverati nel nostro reparto sono bambini con bronchiolite. Bambini che necessitano di liquidi per via endovenosa, di ossigeno, che non possono stare a casa». A tracciare il quadro di queste giornate intense nei reparti dei piccoli è Fabio Midulla, presidente della Simri (Società italiana malattie respiratorie infantili), responsabile del reparto di Pediatria d’urgenza del Policlinico Umberto I di Roma.
"Anche nel nostro pronto soccorso c’è un particolare afflusso di bambini - spiega all’Adnkronos Salute - Il virus respiratorio sinciziale", con le bronchioliti che provoca, «è quello che sta dominando, anche se ci sono pure dei casi di Covid nei bambini. Ma il virus Rsv è più grave e più patogeno nei piccoli rispetto al coronavirus Sars-CoV-2». Covid in questa fase in età pediatrica «non è mai grave, lo è di più l’Rsv, per il quale siamo ritornati al periodo pre-pandemia. Se durante Covid la bronchiolite era sparita, nella stagione subito dopo avevamo visto un’anticipazione di due mesi del picco e dell’inizio delle infezioni, e infatti allora la bronchiolite era partita già a settembre. Ora i primi casi li abbiamo visti a metà novembre e il picco c’è adesso, a dicembre-gennaio. E’ un picco intenso perché sono tanti i bimbi che poi vengono in pronto soccorso e che hanno bisogno di cure intensive. I dati di confronto col pre-Covid li vedremo alla fine della stagione».
Intanto ciò che si vede è il risvolto concreto, e cioè che negli ospedali «abbiamo tanti» baby-pazienti. «Nel nostro pronto soccorso - calcola Midulla - ogni giorno abbiamo almeno 10 bambini che necessitano di essere ricoverati, c’è un turnover altissimo tra quelli che escono dall’ospedale e quelli che vengono ricoverati». E, quindi, spiega, «abbiamo bloccato i ricoveri programmati, quelli cioè di bimbi con malattie croniche che devono fare interventi chirurgici» pianificati, «per dare la possibilità ai bambini con bronchiolite di essere ricoverati. Al momento riusciamo a gestire la situazione. Ma noi abbiamo un’expertise particolare sulla bronchiolite e quando vediamo che il picco dei sintomi è migliorato mandiamo a casa i bambini, facendoli tornare in ambulatorio con l’appuntamento per una visita programmata a breve scadenza, in modo da fare il follow up e seguirli finché non guariscono».