Cosmed, ’taglio pensioni è patrimoniale per dipendenti pubblici’

AdnKronos - salute sanita

Roma, 3 nov. (Adnkronos Salute) - «Il taglio dei rendimenti delle pensioni future dei dipendenti pubblici non riguarda solo gli interessati: è una questione di credibilità e di reputazione del sistema: non si fanno leggi retroattive, non si manomettono i rendimenti concordati e pagati con contratti e riscatti. Sarebbe come se il Governo decidesse di ridurre il rendimento dei titoli di Stato a tasso fisso concordati: si produrrebbe il disastro finanziario». Lo afferma il segretario generale della Confederazione sindacale medici e dirigenti (Cosmed), Giorgio Cavallero, commentando le misure contenute nella Manovra economica 2024 in tema di pensioni.

"I rendimenti - prosegue Cavallero in una nota - non sono un regalo. I dipendenti pubblici hanno rinunciato per anni al 37% della retribuzione per alimentare il trattamento previdenziale e in molti casi hanno pagato i riscatti per periodi di studio con ingenti contribuzioni calcolate su quel rendimento e con una riserva matematica calcolata su quell’aliquota. Nemmeno la legge Fornero si era spinta a tanto - ammonisce - consapevole della verosimile incostituzionalità di un intervento retroattivo sui rendimenti. È un precedente gravissimo che crea sfiducia e incertezza per tutti i cittadini sul destino dei risparmi accantonati".

"Non si illuda il Governo di fare cassa, gli esiti sono già evidenti: esodo dal lavoro non appena vengono raggiunti i requisiti minimi (in particolare si svuotano gli ospedali già carenti di medici e sanitari), inevitabile la sospensione dei flussi finanziari dovuti ai riscatti, l’apertura di un contenzioso infinito”, ammonisce Cavallero. "A questo si aggiunge il perdurante sequestro della liquidazione nonostante i richiami della Corte Costituzionale, argomento accantonato dalla legge di Bilancio, e il mancato recupero del tasso di inflazione sulle pensioni che ripropone una legislazione di emergenza che è diventata una situazione evidentemente permanente”.

La decurtazione è estremamente pesante - si sottolinea nella nota - e per una parte significativa di contribuenti, considerando la durata media di una pensione pari a 20 anni, è addirittura superiore all’entità di tutta la liquidazione. È una vera e propria patrimoniale riservata ai dipendenti pubblici. «Quanto ai presunti privilegi dei dipendenti pubblici ricordiamo - sottolinea Cavallero - che sono lavoratori che da sempre pagano l’aliquota massima, senza evasione fiscale e senza accesso a prepensionamenti».

"Ricordiamo anche che mentre i dipendenti pagano il 33% della loro retribuzione, altre categorie contribuiscono in misura assai inferiore: Coltivatori diretti 24%, Commercianti e Artigiani 24% iscritti alla gestione separata 26,23% iscritti alla gestione separata con doppio lavoro 24%. L’omogeneizzazione evidentemente vale solo per il pagamento e non per la contribuzione. Inoltre il 44% delle pensioni ovvero circa 7 milioni di pensioni non solo sostenute da adeguata contribuzione, giusto innalzare le pensioni minime, ma solo per coloro che non dispongono di patrimoni e di rendite”.

"Come si vede - conclude Cavallero - sarebbe molto facile trovare coperture alternative e veramente efficaci all’inaccettabile provvedimento, troppo facile colpire sempre gli stessi contribuenti”.