Sanità Ordini medici: «Investire per far tornare 15mila colleghi dall’estero»

AdnKronos - salute

Roma, 21 ago. (Adnkronos Salute) - Far tornare nel nostro Paese gli oltre 15mila giovani medici andati a lavorare all’estero negli ultimi anni «è possibile». La strada è «dare forza alla professione, scommettere sulle nuove generazioni, sulla ricerca e, soprattutto, ascoltare i camici bianchi, dare valore e dare peso alle loro parole, nelle scelte che riguardano l’assistenza e la salute». A dirlo all’Adnkronos Salute il presidente della Federazione degli Ordini dei medici (Fnomceo), Filippo Anelli, che torna a parlare della crisi del Servizio sanitario nazionale e, in particolare, sul nodo del personale sanitario all’origine delle molte ’fughe di cervelli’ dal Paese.

"La nostra sanità deve tornare ad essere attrattiva, come lo era un tempo. Storicamente l’Italia, infatti, è sempre stata la culla delle università, abbiamo sempre avuto importanti ricercatori, ci sono stati premi Nobel. La nostra è stata sempre una sanità punto di riferimento mondiale. Ma se i nostri talenti li facciamo fuggire, andare fuori per lavorare, questa possibilità - sottolinea - si riduce nettamente per il Paese". Per questo serve «tornare a investire sui giovani. Per farli tornare da noi. E ci sono due maniere possibili. La prima è l’aumento delle retribuzioni, la cui forbice è veramente troppo ampia rispetto al resto dell’Europa. In secondo luogo è necessario fare in modo che tornino a sentirsi protagonisti della sanità. Oggi il sistema è governato dai burocrati e dai manager, che fanno bene il loro lavoro ma non possono essere loro a dettare l’agenda e le priorità della sanità: lo devono poter fare i medici sulla base degli studi epidemiologici».

Per Anelli è fondamentale «investire molto di più in ricerca perché il futuro è là. Se non ci fosse stata la grande attività dei ricercatori sui vaccini mRna - ricorda - noi non avremmo avuto la possibilità di sviluppare il vaccino contro Covid-19. E i centri di ricerca hanno bisogno di risorse e di cervelli. Sono i medici che fanno ricerca, in ogni settore. Siamo alla vigilia di un periodo completamente nuovo per l’umanità grazie alle terapie personalizzate, basate sulle decodifica del genoma umano. E’ una rivoluzione. E per farla ci servono medici che siano messi in grado di lavorare e che abbiamo la giusta centralità».