Ucraina: ’ferma la guerra o popolo ti abbandonerà’, lettera psicologi a Putin

AdnKronos - salute

Milano, 11 mar. (Adnkronos Salute/Dpa)() - «Presidente Vladimir Putin, vorremmo condividere con lei le nostre conoscenze accademiche e pratiche sulle conseguenze dell’inizio di una guerra per chi la istiga». Esordisce così un gruppo di psicologi di circa 20 Paesi (dall’Italia alla Polonia, dagli Stati Uniti alla Norvegia, dall’India e al Sudafrica) nella lettera aperta da loro indirizzata al presidente russo per invitarlo a «smettere immediatamente di bombardare e sparare» in Ucraina e «rimanere aperto alle trattative», riflettendo anche sull’effetto controproducente che investe «i leader politici» che istigano a «una violenta lotta con forze esterne». All’apparenza questo può offrire «la prospettiva attraente che una tale situazione di insicurezza e senso di minaccia accrescano l’identificazione nazionale dei propri cittadini e l’ammirazione per un leader potente».

Ma, avvertono i firmatari, una quarantina fra cui figurano anche due esperti italiani, «tali effetti sono a breve termine». «Vengono poi sostituiti da effetti negativi a medio e lungo termine» per colui che viene percepito come «responsabile della guerra». Gli specialisti elencano alcuni di questi effetti negativi: «I cittadini di entrambe le parti in guerra soffrono per l’isolamento nazionale», e questo crea insoddisfazione. «Le guerre - continuano il gruppo degli ’Psicologi per la pace’ - creano gravi problemi economici, fino a veri e propri crolli, su entrambi i fronti. E i cittadini in genere confrontano la loro attuale situazione economica con quella prima dell’inizio del conflitto e presto riconoscono che stanno perdendo terreno. I sentimenti di privazione sono solitamente la base per la resistenza, la protesta e rivoluzione contro le istituzioni statali esistenti, sia nel caso di persone comuni che per le élite».

C’è poi il nodo della disinformazione, elencano gli esperti, e della necessità di costruire una narrazione sul successo delle proprie truppe e sulle perdite dei nemici, oltre che sulla «’superiorità’ morale del proprio gruppo». Ma «la creazione di un tale mondo consuma risorse e i leader finiscono in isolamento all’interno di una bolla» di persone accondiscendenti, a rischio costante di essere smascherati. Alla fine «le persone scopriranno chi è il responsabile dell’avvio della guerra, e di tutte le conseguenti sofferenze, ferite e morte».

I processi descritti «generano spesso un ricorso crescente all’uso del potere statale e alla repressione brutale» e quest’ultima «finisce con aumentare il rifiuto, l’isolamento e il pericolo fisico dei leader politici percepiti come responsabili», avvertono gli psicologi che offrono anche la visione di una possibile via d’uscita.

"La raccomandazione primaria è quella di smettere immediatamente di sparare, bombardare, combattere e uccidere", dicono gli esperti, e invitano Putin a «pensare a cosa si può ottenere alla fine con questa violenza, per il popolo russo, così come per te personalmente», scrivono.

"Pensa ancora all’alternativa di una pacifica convivenza con i Paesi vicini. Ripensa le condizioni minime per concludere un accordo di pace duraturo e, soprattutto, rimani aperto alle trattative", è il messaggio.