Unar: cos’è, cosa fa e perché è al centro delle polemiche

L’Unar, Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali, è al centro di una polemica che non accenna a placarsi. Vediamo quali sono le mansioni di questo ufficio e quali progetti finanzia.

L’Unar, Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali, è al centro delle polemiche negli ultimi giorni. Un servizio delle Iene ha infatti messo in luce come il suo direttore utilizzasse in modo errato i fondi che sono a disposizione di questo ente.
Sebbene Francesco Spano, ex direttore al centro dello scandalo, abbia rassegnato le sue dimissioni, le polemiche non si placano.

Ma cos’è l’Unar? Questo il quesito che molti si pongono. L’Unar è un ufficio che si occupa di promuovere la “parità di trattamento e la rimozione delle discriminazioni fondate sulla razza o sull’origine etnica”.
Istituito nel 2003 con un decreto legge, ha la funzione di finanziare e promuovere progetti che abbiano come fine ultimo l’integrazione e la lotta alla discriminazioni di genere, razza, religione o orientamento sessuale.

I compiti dell’Unar sono vari, ma tutti con lo stesso scopo: evitare che vi siano discriminazioni. Vediamo con precisione quali sono le sue funzioni, in che modo opera e quali sono i progetti che vengono finanziati da questo tipo di ente.

Cos’è l’Unar: le mansioni dell’ufficio

Cerchiamo di fare luce sulla vicenda e di capire quali sono le funzioni dell’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali. L’ufficio ha differenti compiti, tra cui quello di sensibilizzare l’opinione pubblica per quanto riguarda il tema delle discriminazioni.
Può svolgere delle ricerche per verificare l’esistenza di fenomeni discriminatori e anche offrire pareri e opinioni al governo per la modifica delle normative.

L’ufficio è stato istituito dopo che, con una direttiva comunitaria del 2000, all’articolo 13 si sanciva che ogni nazione doveva avere “uno o più organismi per la promozione della parità di trattamento di tutte le persone senza discriminazioni fondate sulla razza o l’origine etnica”.
Proprio per tale direttiva nasceva quindi l’Unar, in modo da aiutare coloro che avevano subito discriminazioni e sensibilizzare anche l’opinione pubblica in materia.

Nel sito ufficiale dell’Unar questo obiettivo è infatti chiaro e nella home si legge Sei vittima o testimone di una discriminazione ed hai bisogno di aiuto? e viene indicato un numero verde a cui rivolgersi in questi casi.

L’ente, oltre a queste mansioni, ha la facoltà di finanziare, in base ai fondi che ha a disposizione, dei progetti e delle associazioni che hanno come mission la lotta alla discriminazione.

Proprio per tale ragione l’ente è al centro delle polemiche degli ultimi giorni, dopo che un servizio del noto programma di Italia 1, Le Iene, ha mostrato in che modo venivano finanziati progetti non in linea.
Tra gli enti finanziati ve ne erano alcuni che rispettavano i parametri (l’Unar finanzia progetti di associazioni come Amnesty International Italia, Croce Rossa, l’Unicef, Comunità di Sant’Egidio), mentre altri nascondevano segreti inquietanti.

Unar e Le Iene: il caso che sta facendo infuriare tutti

Il servizio de Le Iene, andato in onda il 19 febbraio 2017, ha portato alla luce delle attività poco chiare dell’Unar e del suo ex direttore. Tra i progetti finanziati vi era infatti un ente a cui sono stati destinati ben 55 mila euro, che però non rispettava in alcun modo i criteri.

Questa associazione era infatti una maschera per coprire un vero e proprio bordello, con tanto di massaggiatore che alla fine del massaggio proponeva i propri servizi sessuali in cambio di denaro.
Nel servizio questo era ben visibile e l’inviato infatti, dopo il massaggio, aveva ricevuto queste proposte.

Il servizio de Le Iene partiva da una segnalazione di un ragazzo che denunciava come queste associazioni non fossero altro che dei circoli di incontro dove le persone gay si vedono per degli incontri sessuali.
Queste associazioni sfruttando la loro denominazione riescono così a fare soldi, senza però pagare le tasse.

Le riprese mostravano chiaramente come, in questi locali, di culturale non vi fosse nulla e come i soci stessi fossero informati della situazione e sapessero che era solo una copertura per non pagare le tasse e avere finanziamenti pubblici.

Non solo ciò ha portato problemi all’ente, ma anche il fatto che Francesco Spano, ex direttore dell’Unar, come si evince dal servizio, era tra i tesserati di uno di questi circoli. Dopo essere andata in onda la trasmissione, Spano si è dimesso e l’Unar è finito in una bufera di polemiche.

Sono in molti infatti a chiedere la chiusura dell’ente, in modo che i soldi dei contribuenti non vengano più utilizzati in modo errato. Le polemiche sono molte e non vengono presi in esame tutti i progetti, tra cui vengono finanziati anche programmi molto importanti.

Di seguito vi inseriamo il video della puntata del 19 febbraio, in modo che possiate vedere l’approfondimento.