Rajoy: la spending review spagnola. Nuovi tagli e leggi anti-crisi

Il governo Rajoy ha finalmente annunciato la sua «spending review»; il quarto giro in nove mesi di tagli ai bilanci e aumento delle imposte per portare la Spagna fuori dalla crisi.
Le nuove misure rientrano in un pacchetto di riforme definite «necessarie» e che potrebbero aprire la strada al salvataggio pensato dalla Banca Centrale Europea.

Luis de Guindos, ministro delle finanze, ha detto di non conoscere le condizioni che le autorità europee imporrebbero per la concessione degli aiuti, sebbene sia possibile che le nuove misure introdotte siano in linea con quelle richieste dalla UE, Germania permettendo.

La spending review del governo Rajoy:

Secondo la revisione dei piani di bilancio, il governo taglierà le spese dell’8.9%. In relazione alle tasse, ci sarà un aumento per un totale di 5 miliardi di euro (da 170 a 175).

Assieme ai tagli, il governo approverà 43 nuove leggi nei prossimi sei mesi, al fine di stabilire un’autorità nazionale posta al monitoraggio dei bilanci e delle spese di governo.

Soraya Sáenz de Santamaría, vice primo ministro e portavoce del governo, ha commentato le scelte definendole come uno sforzo «mirato ad emergere dalla crisi».

Le reazioni dei mercati e dei partner Europei

Dopo l’annuncio del piano di riforme, i tassi di interesse sui titoli spagnoli sono scesi di nuovo al di sotto della soglia del 6% e l’Euro ha concluso la giornata attorno al 1.29.

La Spagna sta tentando di raggiungere una riduzione del debito, portandolo al 4.5% del prodotto interno lordo, rispetto al 9% dello scorso anno, ma non è ancora detto che la spending review messa in atto dal governo Rajoy sia sufficiente per ottenere l’intervento della BCE sul mercato delle obbligazioni. Soprattutto vista la linea dura della Germania che ha ribadito più volte le esigenze di target temporali specifici e severe misure di austerity in cambio di aiuto.

Il caso Catalogna

Nel frattempo, la Catalogna, la regione economicamente più importante della Spagna, ha approvato il referendum, ma come ha ribadito anche la portavoce, Saenz de Santamaria, il governo di Madrid è pronto a bloccare costituzionalmente qualsiasi tipo di intervento o iniziativa separatista: «non ci sono soltanto gli strumenti per prevenire un referendum separatista, ma c’è anche l’intenzione del governo di mettere in atto tali misure, se necessario».