Romania: Alexandra uccisa da un serial killer? Uomo di 65 anni arrestato, resti umani in casa sua

L’omicidio della quindicenne finisce in polemica per l’incompetenza delle istituzioni

Un rapimento, diverse richieste di aiuto, la polizia che sbaglia casa, una ragazzina morta, un arresto e resti di corpi umani in casa dell’uomo arrestato. Non è la trama di un thriller o di una serie Crime sui Profiler Fbi, ma è la cruda realtà di una vicenda che ha sconvolto la Romania intera. Un paese piombato nella paura, in una orribile storia che adesso rischia di creare una autentica rivoluzione istituzionale, dal governo rumeno ai vertici della polizia rumena.

Il riassunto

Una ragazzina di 15 anni scomparsa e per la quale la madre pare abbia spirto denuncia, giovedì scorso riesce a chiamare la polizia. Al telefono, naturalmente scossa come appare inevitabile dice di essere stata rapita. Ha la forza per dare dettagli sulla casa in cui si trovava. La ragazzina chiama 3 volte la polizia e l’ultima telefonata ha contenuti drammatici. «Aiutatemi, sta tornando, sta tornando!», così Alexandra (questo il nome della adolescente) a cui stava dall’altra parte della cornetta. Dalla sua ultima chiamata a quando la giovane è stata rinvenuta priva di vita, le autorità rumene hanno fatto passare, in maniera considerata da tutti colpevole, ben 19 ore.
Alexandra Macesanu, dalle ricostruzioni del caso sembra che sia stata rapita mercoledì scorso mentre chiedeva l’autostop. A rapirla un uomo che le ha evidentemente dato un passaggio. Nonostante le chiamate e nonostante gli strumenti altamente tecnologici di cui è dotata la polizia, qualcosa è andato storto.

Per la mamma di Alexandra, le Forze dell’Ordine hanno agito con approssimazione, probabilmente considerando una fuga da casa ed una goliardata tutta la vicenda. Per il modus operandi della polizia, il Ministro dell’interno romeno ha già fatto fuori Ioan Buda, il numero uno della polizia rumena. La polizia ha cercato la ragazza in tre appartamenti sbagliati prima di beccare quello giusto. Poi per fare irruzione ha atteso 12 ore il mandato di perquisizione di quella casa.

Una serie incredibili di errori che forse se non fossero stati commessi, avrebbero salvato Alexandra. Il popolo rumeno sabato è sceso in piazza in segno di protesta chiedendo le dimissioni anche del governo al grido di «sono Alexandra».

Chi è il presunto mostro

Tra un errore e l’altro, tra incomprensibili e purtroppo drammatici ritardi la polizia ha arrestato un uomo, il sessantacinquenne George Dinca. È lui il principale sospettato già lungamente interrogato dagli inquirenti. Da quanto trapela l’uomo non ha confessato alcun omicidio, negando di conoscere la ragazza. Durante le operazioni di perquisizione a partire dal cortile della sua abitazione, la polizia ha trovato resti umani tra la cenere di un fuoco che l’uomo conferma di aver acceso ma come deterrente alle zanzare. Frammenti di ossa umane, denti e anelli, questo quello che la scientifica della polizia rumena ha trovato. Nell’auto dell’uomo, quella con cui dovrebbe aver dato un passaggio alla ragazza (altra cosa che l’uomo nega), è stato rinvenuto un orecchino che la madre di Alexandra ha identificato come appartenente alla figlia. Le ossa rinvenute tra le ceneri sembra non appartengano alla ragazza perché piuttosto vecchie.
Per questo gli inquirenti stanno cercando collegamenti con un altro caso di scomparsa, sempre di un’altra ragazzina di 15 anni. Era Aprile 2019 quando sparì nel nulla Luiza Melencu, un mistero che forse adesso sarà svelato.