Ponte sullo stretto e le penali (a carico del contribuente) di cui nessuno parla

La storia delle penali da pagare per la mancata realizzazione del Ponte sullo Stretto è l’aspetto meno trattato dell’affaire. Abbiamo ascoltato da Vespa sulla questione Ponte l’ex ministro delle infrastrutture Di Pietro e la sottosegretaria alle infrastrutture De Vincenzi.

Una caterva di affermazioni oscillanti, tra la banalità e la completa ignoranza degli aspetti riguardanti costi, stato della progettazione, modalità di finanziamenti e altri «orrori».

Gli italiani hanno appreso che Di Pietro è stato nominato dal Presidente della Lombardia Maroni, presidente della società Pedemontana responsabile della costruzione e gestione della «Pedemontana Lombarda”- un’autostrada che rappresenta una vera e propria bomba nei conti della Società, dei lombardi e del contribuente italiano.

Esattamente come la Pedemontana Veneta e la BreBeMi, la società Pedemontana è costituita da Regione Lombardia, Comune di Milano e altri soci. Autostrada realizzata attraverso l’istituto del general contractor, che è Salini Impregilo - lo stesso che realizzerà il Ponte sullo Stretto. Aspetto, quest’ultimo, che non abbiamo appreso da Vespa ma acquisito in rete. La concessione per la costruzione del Ponte viene stipulata nel 1985, poi nel 2001, con la famosa legge obiettivo (443/2001), che classifica l’opera come strategica.

Nel 2003 il Cipe approva il progetto preliminare. Nel 2005 si svolge la gara vinta da un’associazione temporanea d’imprese (ATI), denominata EUROLINK, con capogruppo Salini Impregilo, la CMC di Ravenna, la giapponese Ishiwakawajima e Argo costruzioni Infrastrutture. Gara vinta con un enorme ribasso pari al 17%.

Nell’agosto del 2009 viene nominato Commissario Straordinario, per»rimuovere gli ostacoli frapposti al riavvio delle attività" connesse alla realizzazione del Ponte attraverso un DPCM (decreto presidente consiglio dei ministri), il dott. Pietro Ciucci, già presidente Anas (azionista di maggioranza della società Stretto di Messina ) e amministratore delegato della società Stretto di Messina Spa.

Il soggetto deputato alla vigilanza sulle attività della società è il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, che si avvale della struttura tecnica di missione. Il 25 settembre 2009 il commissario straordinario Ciucci sottoscrive un accordo con Eurolink, che modifica atti d’intesa e contratti introducendo penali in caso di recesso delle parti “più favorevole alla Società rispetto alle previsioni del Codice Contratti nonché dell’impianto originario dei contratti” (audizione Ciucci VIII Commissione Camera dei Deputati 11/2012).

Nel contratto del 2006 le penali scattavano 540 giorni dopo l’approvazione del progetto definitivo da parte del Cipe; con le modifiche del 2009 scattano se il Cipe non approva il definitivo che il general contractor (Eurolink) consegna alla Società Stretto di Messina.

Un assurdo procedurale se solo si considera che le attività espropriative partono solo quando il Cipe approva il definitivo dichiarando la necessità, indifferibilità e urgenza dell’opera. Invece i giorni decorrono da quando lo approva la società stretto di Messina. Aspetto ancor più singolare considerato che è il General Contractor e non la concessionaria a dover presentare il progetto definitivo per la verifica di ottemperanza alle prescrizioni e, se variato, alla Commissione VIA Speciale del Ministero dell’Ambiente.

Solo la verifica positiva della «ottemperanza» e al VIA se variato il progetto preliminare può essere approvato dal Cipe. Tutta questa procedura del Codice Appalti è stata fatta a pezzi e in virtù di poteri speciali assegnati a un solo uomo oggi il contribuente italiano deve pagare almeno 300 milioni di euro.

Che cosa prevede la penale? Lo comunica Ciucci nella audizione: «l’importo previsto a favore del contraente generale è stimato in ammontare compreso tra 353 e 508 milioni di euro. A tali somme occorre aggiungere il pagamento delle prestazioni eseguite dalla data di approvazione del progetto definitivo da parte del CDA società Stretto di Messina fino al momento del recesso dei costi di smobilitazione del cantiere nonché delle eventuali maggiori richieste del danno avanzate dal contraente generale nonché dagli altri contraenti minori”.

Il 12 maggio 2012 Eurolink consegna alla Società Stretto di Messina il progetto definitivo e iniziano a scorrere i giorni per il pagamento della penale previsto nell’accordo firmato dal dott. Ciucci. Il Commissario Straordinario»esprimeva il proprio assenso sulle Intese sottoscritte con le controparti contrattuali e approvava il Piano economico finanziario Aggiornato, con ciò esaurendo il proprio incarico”.
Osservo che il commissario straordinario Ciucci assentiva le intese (introducendo penali elevatissime e a scapito dell’interesse pubblico, ndr) e il Piano Economico Finanziario aggiornato della Società Stretto di Messina di cui era amministratore delegato e il cui azionista di maggioranza era l’ANAS il cui Presidente era Ciucci. Il Commissario «in ottemperanza alla legge» riferiva per l’attività svolta al CIPE e al Ministero delle Infrastrutture dandone contestuale informazione al Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Il Governo Monti nell’aprile 2011 stanzia 300 milioni di euro e proroga di due anni l’approvazione del progetto definitivo vincolandolo alla verifica di fattibilità e soprattutto all’effettiva possibilità di acquisizione dei finanziamenti sul mercato dei capitali. Il giorno di ognissanti del 2012 il Governo Monti emana un decreto (187/2012) attraverso il quale decadono tutti gli atti che "regolano i rapporti di concessione”. Il giorno successivo, 2 novembre, sarebbero scaduti i 540 giorni e quindi attivate le penali.

Il Governo in questo modo consente al contribuente italiano di uscire dalla «trappola penali” pagando unicamente ad Eurolink i costi del progetto più il 10% di penale. A parte le tre poltrone con stipendio da 900 mila euro, inquieta non poco il silenzio l’incapacità di chi avrebbe dovuto controllare perché alla fine la questione Ponte è una questione di investimenti pubblici con utilità e priorità di intervento tutta da verificare.

Inquieta infine sulle prospettive di modificazione delle strutture di vigilanza e controllo rispetto a quanto si legge in una interpellanza presentata in Senato il 2 ottobre 2014 (n2, 00208):»Nel 2013 la Corte dei conti ha condannato il dottor Pietro Ciucci ed i 3 condirettori generali, ingegnere Alfredo Bajo, avvocato Leopoldo Conforti e dottor Stefano Granati, insieme ad altri dirigenti, al risarcimento di un danno erariale per circa 38 milioni di euro in ragione della sottoscrizione di un"accordo bonario”, con relativo riconoscimento di circa 47 milioni di euro, con la società Comeri (Astaldi), contraente generale di un macrolotto di lavori sulla strada statale 106 Jonica in Calabria”.

La Procura regionale ha affermato quanto dai comportamenti di ANAS "sia derivato un danno alle finanze pubbliche, sotto forma di riconoscimento al contraente generale Comeri di somme non dovute”.

Il Presidente del Consiglio ha parlato di penale che eccede il miliardo ma dalla documentazione e dagli atti prodotti dal Governo Monti appare invece un esborso massimo di 300 milioni per un’opera che dai 3,9 mld della della gara d’appalto ha raggiunto gli 8,6 mld come costo aggiornato del progetto definitivo approvato il 29 luglio 2011 dal Consiglio di Amministrazione, Società Stretto di Messina Spa.