Desirée Piovanelli: parla l’avvocato Cesare Gualazzini

Cesare Gualazzini, ’storico’ legale della famiglia di Desirée Piovanelli, intervistato da ’Il Giorno’, ha detto la sua sull’omicidio della ragazzina brutalmente massacrata a coltellate 17 anni fa.

Dopo 17 anni dall’omicidio di Desirée Piovanelli (14 anni al momento della morte) si rinnovano la rabbia e il rimpianto del penalista cremonese Cesare Gualazzini. L’uomo è conosciuto per essere un noto avvocato e ’storico’ legale della famiglia di Desirée. L’avvocato, in uno sfogo di amarezza, ha detto: ’Ero certo che fossimo sull’orlo della verità’. (Fonte: Il Giorno).

A rovinare tutto, a detta del Gualazzini, sarebbero state le richieste inascoltate di Gualazzi, con una conseguente e irreparabile ’fuga di notizie’. Ricordiamo come la giovane Desirée venne uccisa a coltellate nel settembre del 2002. Al turpe assassinio avrebbero partecipato tre minorenni, due di 16 ed uno 14 anni, ed un adulto, Giovanni Erra (36 all’epoca dei fatti).

Desirée Piovanelli: un 14enne può agire da spietato serial killer?

Gabriele Moroni de Il Giorno ha avuto l’occasione di intervistare l’avvocato Cesare Gualazzini. L’uomo di legge non è mai stato convinto di alcuni punti fondamentali della tragedia,come ad esempio la parte in cui Desirée si sarebbe ribellata alla violenza carnale per poi essere uccisa.

Il legale ha fatto una riflessione: ’Il ragazzo suo vicino di casa si incapriccia di Desirée. Perché dovrebbe coinvolgere altri tre?’. Gualazzini non ha mai compreso infatti come mai degli estranei avrebbero dovuto farsi coinvolgere dai problemi del ragazzino finendo nei guai, invece di ignorarlo.

Gualazzini ha spiegato inoltre come, il giorno della morte di Desirée, il quattordicenne (il più giovane del branco) sarebbe andato ad una partita. In un primo momento, il giovanissimo si sarebbe vestito in tenuta da calcio senza però giocare, per poi accompagnare un amico col motorino, tornare a casa, posare il borsone e partecipare all’omicidio di Desirée.

Gualazzini ha lasciato intendere che, secondo il suo parere, una simile modalità da ’freddo serial killer’ è poco compatibile con un ragazzino di 14 anni. L’obiettivo reale quindi, non sarebbe stata una violenza o un assassinio premeditato.

Moroni ha in seguito chiesto all’avvocato Gualazzini cosa potesse sostenere tale tesi. La risposta è stata la seguente: ’Negli anni il fatto di Leno ha covato sotto la cenere. E’ stata discussa anche una tesi di laurea. E’ uscita una storia di prostituzione minorile, sanzionata penalmente. Prima di morire un uomo ha fatto delle rivelazioni. Elementi di riscontro che la Procura di Brescia dovrà valutare’.

Le ipotesi alternative di Piovanelli e dei suoi legali

L’inviato de ’Il Giorno’ ha poi domandato al Gualazzini quale fosse il pensiero di Piovanelli e dei suoi legali riguardo l’omicidio di Desirée. Il penalista ha risposto: ’Qualcuno aveva messo gli occhi addosso a Desirée. Doveva essere attirata presso la cascina Ermengarda e messa a disposizione di questo qualcuno’.

In alternativa, ha continuato il legale, la ragazzina doveva forse servire come ’pegno’ per ripagare un enorme debito di droga. Il coltello sarebbe servito per spaventare la 14enne, le fascette per bloccarla fisicamente.

Riguardo Giovanni Erra, Gualazzi ha affermato che all’epoca avrebbe potuto dire qualcosa, ma che potrebbe farlo anche ora. Per l’avvocato, Erra conosce molto bene quel ’piccolo mondo’ dove ’le persone potevano osservarsi dalla finestra’.