Bar e ristoranti, servirà una liberatoria e dare le generalità per andare a cena con amici

Date di riapertura ancora lontane per bar e ristoranti, si parla del giorno 11 o del giorno 18 maggio, ma con diverse limitazioni.

Bar, ristoranti, pizzerie, pub e tutte le altre tipologie di locali riconducibili alla ristorazione, sono tra le attività che riapriranno più tardi nella cosiddetta fase 2 del governo. L’allentamento delle restrizioni inizierà probabilmente dal 4 maggio, giorno successivo alla scadenza del decreto sul lockdown. Ma tra le varie attività che è più complicato riorganizzare e riaprire c’è senza dubbio l’intero settore ristorazione. Sulle date di riapertura infatti, sembra prendere piede l’ipotesi 18 maggio, anche se qualcuno paventa la possibilità di aprire già la settimana precedente, il giorno 11 maggio. Sull’argomento venerdì 24 aprile, va registrata una intervista al vicepresidente dell’Associazione dei pubblici esercizi di Milano, Fabio Acampora. Il rappresentante dell’Epam, ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano “Il Messaggero”, in cui oltre ad affrontare le problematiche del settore, tra i più colpiti dal lockdown, ha anticipato alcune cose a cui si sta lavorando per riaprire le attività, con tutte le prescrizioni sulla sicurezza che il governo pretenderà.

Le abitudini dei frequentatori saranno rivoluzionate

Acampora inizia con il dire che le problematiche relative alle riaperture saranno tante. A Milano per esempio, dove l’happy hour è un rito per molti frequentatori della movida milanese, questa abitudine dovrà essere dimenticata anche nella fase 2, almeno per come la si ricorda. Le date di riapertura di pub, birrerie, bar, ristoranti, pizzerie e così via dicendo, dovrebbero arrivare tra il giorno 11 ed il giorno 18 maggio, ma secondo il vicepresidente dell’Epam, sarà una riapertura monca.

Occorrerà adottare determinate misure di sicurezza per prevenire nuovi contagi e nuovi focolai da coronavirus, misure che imporrà il governo. Acampora, che oltre ad essere un rappresentate dell’Associazione, è anche un imprenditore del settore, con diversi locali a Milano, sembra avere le idee piuttosto chiare su come potrebbe essere la ristorazione ai tempi della convivenza con il coronavirus, almeno fino a quando non arriverà il vaccino. Innanzi tutto occorrerà il distanziamento sociale anche nei locali, sia all’aperto che al coperto.

Tra un tavolo ed un altro, che sia un bar piuttosto che un ristorante, occorrerà lasciare circa due metri, quelli che serviranno anche per far passare i camerieri. E questo, tradotto a livello organizzativo per ciascun esercizio commerciale, significa meno tavoli, meno coperti e meno avventori. E nei locali dove questo distanziamento è pressoché impossibile, come dimensioni, possibile l’utilizzo di divisori in plexiglass, barriere indispensabili per separare le persone.

Occorrerà registrare gli avventori

Oltre a questa nuova organizzazione delle sedute, le novità saranno molteplici e qualcuna senza dubbio poco piacevole per i clienti. Nei bar come dicevamo, addio agli happy hour o al caffè al bancone. Bisognerà sempre sedersi al tavolo e farsi servire dai camerieri. Secondo Acampora poi, occorrerà misurare la temperatura corporea di ogni singolo cliente e per accomodarsi con amici che non appartengono allo stesso nucleo familiare, occorrerà firmare una liberatoria. Ogni cliente andrà in un certo senso registrato, perché per entrare in un ristorante per cenare, occorrerà rilasciare le generalità.

Questo perché se mai dovesse uscire fuori un caso di contagio nel ristorante, occorrerà richiamare i clienti ed il personale presente la sera per i controlli del caso. Occorrerà prenotare tutto, telefonicamente o on line, perché file per il tavolo e attesa davanti il ristorante non saranno tollerate. Secondo Acampora potrebbe essere predisposta una nuova metodologia di lavoro, con la cena su due turni, uno in partenza alle 19:30 ed una alle 21:30. Il personale dei locali dovrà indossare mascherine e guanti, mentre i clienti potranno liberarsi dei dispositivi di sicurezza, solo al tavolo.