Badanti: quando è obbligatoria la dichiarazione dei redditi e perché conviene

Sta per iniziare la nuova stagione reddituale con il 730/2020, un obbligo anche per i lavoratori domestici.

Badanti, colf e lavoratori domestici sono tenuti come tutti i lavoratori dipendenti a presentare dichiarazione dei redditi. Si tratta di un obbligo per il lavoratore dipendente, ma scatta solo a determinate condizioni. La dichiarazione dei redditi serve al lavoratore per pagare le tasse, ma allo stesso tempo produce indubbi vantaggi per il lavoratore stesso. Ecco tutto ciò che c’è da sapere per quanto importante adempimento in capo a badanti, colf e baby sitter.

Dichiarazione dei redditi per badanti, colf e bay sitter

Solo presentando la dichiarazione dei redditi il lavoratore può vedersi riconoscere alcuni diritti che altrimenti andrebbero perduti. Con il modello 730 per esempio, è possibile recuperare il bonus Renzi da 80 euro al mese, i rimborsi per le spese sanitarie e tutte le altre agevolazioni fiscali previste.
In primo luogo l’obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi, dal punto di vista dell’imposta, scatta se questa risulta essere superiore a 10,33 euro.Per il reddito, se nel 2019 si è prodotto più di 8.000 euro, si è obbligati a presentare la dichiarazione.
In pratica, a meno che non si rientri tra i soggetti della cosiddetta «no tax area», anche colf e badanti sono tenuti all’adempimento.

Come fare?

Se si ha pin e password per i servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate si potrà fare tutto da soli, andando a scaricare la versione precompilata del 730, presente nel cassetto fiscale dei contribuenti. Possibilità ammessa anche a chi è in possesso della Carta nazionale dei servizi o dello Spid, il Sistema Pubblico di Identità Digitale.
In alternativa occorre andare al Caf o da un professionista abilitato.
Occorre munirsi innanzi tutto della dichiarazione sostitutiva della certificazione unica, il riepilogo di quanto guadagnato nell’anno precedente.
Un documento che rilascia il datore di lavoro e che riporta tutte le somme da quest’ultimo corrisposte al lavoratore subordinato.

Detrazioni fiscali, rimborsi, bonus Renzi

Per recuperare parte delle spese sostenute nel 2019, occorre inserirle nella dichiarazione reddituale. Prima di tutto le spese sanitarie, dagli scontrini della farmacia alle fatture per visite, analisi e interventi specialistici. Poi, spese di istruzione o per attività sportive dei figli, spese veterinarie, funebri, ristrutturazione casa, mutui, assicurazioni vita e così via. Si chiamano oneri detraibili, e consentono di recuperare il 19% di quanto speso.
E poi si può recuperare il bonus Renzi, quello da 80 euro al mese che, caso unico, nel settore domestico non viene erogato dal datore di lavoro in busta paga, perché il datore di lavoro non è sostituto di imposta. Non essendo obbligato ad effettuare le trattenute Irpef, datore di lavoro non eroga nemmeno il bonus Renzi che altro non è che un bonus fiscale. Il lavoratore potrà recuperare questo bonus solo presentando la dichiarazione dei redditi e ricevere i 960 euro se spettanti.