Badanti: molte non maturano il diritto alla pensione, ecco un altro problema del lavoro domestico!

L’età media delle badanti è sempre più alta e quando non potranno più lavorare, il loro benessere psico fisico sarà messo ancora più a dura prova.

Un lavoro oramai diffusissimo è quello della badante. Si tratta della persona a cui le famiglie italiane sono solite dare in assistenza anziani, bambini o disabili. Ormai, nel tessuto sociale italiano, la figura della badante è presente in milioni di famiglie. Numeri alla mano, sono circa 2 milioni le badanti in servizio in Italia, delle quali più della metà lavorano in nero. Se al nero si aggiungono quelle che hanno un lavoro sottopagato, non in regola con i minimi contrattuali, o non in linea con le regole di inquadramento (perchè lavorano più delle ore contrattualizzate, oppure assunte come colf e non come badanti), il numero delle irregolarità cresce a dismisura.

Non ci sono però, solo le problematiche del lavoro a minare questa particolare categoria di lavoranti. Un allarme proveniente dal patronato Acli di Bologna, mette in luce le problematiche che molte lavoratrici avranno anche in futuro, tanto è vero che proprio il patronato, si spinge a proporre soluzioni ai legislatori, affinchè il settore venga tutelato.

Badanti anziane

La maggior parte delle badanti arriva da fuori i confini italiani, da Sud America o dai Paesi dell’Est (Romania, Bulgaria e Polonia in prima linea). Come riporta il quotidiano «Il Messaggero», queste lavoratrici sono arrivate in Italia piuttosto giovani, nella stragrande maggioranza dei casi, negli anni 90. Presto anche loro avranno bisogno di assistenza, e le loro condizioni di lavoro attuali, non permetteranno loro di avere una vita dignitosa, soprattutto se per sopraggiunti limiti di età, non potranno più lavorare.

Come dicevamo, sono arrivate in Italia giovani, ma già madri e mogli. Emigrate dalle loro terre di origine, per cercare lavoro e per dare sostentamento alla loro famiglia, vessata dai cambiamenti geopolitici che soprattutto nell’Est europeo sono stati imponenti. Oggi molte badanti hanno già più di 65 anni, cioè sono in età ormai pensionabile. Ma non hanno maturato alcun diritto ad alcuna misura pensionistica. Stando ai numeri delle Acli, a Bologna sono 2.000 le colf over 65. Il paradosso secondo l’Acli (che cura un elevata percentuale delle assunzioni di lavoratori domestici) è che ci sono settantenni che curano ottantenni, perché sono stati registrati casi di donne di 70 anni assunte come badanti.

Contribuzione insufficiente

Molte badanti non hanno contributi sufficienti per poter andare in pensione e una volta che non saranno più in grado di lavorare rischiano una vecchiaia di stenti.
Pochi contributi versati a causa del lavoro in nero, precario e delle assunzioni non proprio regolari. Donne che per di più, non hanno nemmeno soldi da parte nonostante da anni lavorino. I soldi guadagnati e spediti a casa, nei loro paesi di origine, per tirare su i figli e per mantenere la famiglia.

La proposta Acli

Secondo le Acli bisogna intervenire legiferando. Serve un meccanismo previdenziale per tutelare colf e badanti, magari prevedendo sgravi fiscali alle famiglie che le assumono. Così come viene concesso di scaricare il costo delle case di cura dove vengono mandati gli anziani da alcune famiglie, così deve essere possibile per le famiglie scaricare il costo delle badanti. Troppo costose queste lavoratrici per la famiglia, perché in base alle statistiche, in media una badante costa circa 1.200 euro al mese. Secondo me Acli, in questo modo le assunzioni regolari crescerebbero e la tutela previdenziale delle badanti ne gioverebbe.