Badanti e colf: licenziamento e dimissioni, ecco le regole

Cosa bisogna sapere prima di licenziare un collaboratore domestico o prima di dare le dimissioni da parte del lavoratore?

Licenziamento e dimissioni di colf e badanti devono seguire determinate regole e determinate norme. Non è possibile licenziare o dare le dimissioni senza seguire quanto prevede il Contratto collettivo, sia per il datore di lavoro che per il lavoratore. Esiste l’istituto del preavviso ed è necessario adoperarsi per adempiere a tutte le comunicazioni previste.
Come funzionano licenziamento e dimissioni di colf e badanti? ecco una guida dettagliata a questi particolari aspetti del rapporto di lavoro.

La cessazione del rapporto di lavoro

Collaboratori domestici, colf, badanti, baby sitter, governanti, maggiordomi e così via hanno un loro CCNL di categoria a cui attenersi anche nel momento delle dimissioni o del licenziamento. Grosso modo tutto funziona alla stessa maniera di tutti i rapporti di lavoro subordinato, dove c’è un datore di lavoro ed un lavoratore dipendente. Le regole quindi, sono più o meno identiche a tutti gli altri lavoratori dipendenti, anche se nel settore domestico, la figura del datore di lavoro, non ha tutti gli obblighi che può avere un azienda o un imprenditore.

Il rapporto di lavoro del settore domestico può essere svolto a tempo determinato o indeterminato, part time o full time. In tutti i casi, la cessazione del rapporto di lavoro di colf e badanti deve seguire regole ben precise. Prima di tutto va sottolineata che la causa dell’interruzione del rapporto di lavoro può essere molto importante per stabilire la corretta prassi da seguire per chiudere definitivamente il rapporto instaurato tra datore di lavoro e lavoratore.

Ci può essere la risoluzione consensuale, quando le due parti decidono in comune accordo di fermare il rapporto. Questa può sopraggiungere durante il periodo di prova, alla scadenza naturale del contratto a termine, o durante il rapporto di lavoro. In questo caso gli istituti sono il licenziamento, quando è il datore di lavoro a decidere di porre fine al rapporto, o le dimissioni, quando invece è il lavoratore a fare tutto da solo.

Licenziamento e dimissioni colf e badanti

Per badanti, colf e baby sitter, per licenziare un lavoratore non è necessario che ci sia una valida motivazione. Il datore di lavoro infatti, può recedere liberamente senza fornire alcuna motivazione e senza giusta causa. L’unico adempimento in capo al datore di lavoro è il preavviso, perché non è necessario nemmeno spedire la lettera di licenziamento. Ma se per il datore di lavoro, nel settore domestico gli adempimenti da svolgere se si vuole licenziare un dipendente sono pochi, lo stesso vale per il lavoratore quando vuole are le dimissioni.

Non c’è da dare alcuna motivazione alla scelta e nemmeno bisogna seguirà una forma scritta per dimettersi. Naturalmente, la nuova versione telematica delle dimissioni, che da mesi è entrata in funzione come obbligo per tutti i lavoratori subordinati, non trova applicazione per i lavoratori dipendenti del settore domestico.

Il preavviso però è necessario

Pochi adempimenti quindi, ma i termini di preavviso vanno comunque rispettati. Per lavoratori con contratto pari a 25 ore settimanali o di durata inferiore, se hanno una anzianità di servizio inferiore ai 5 anni con lo stesso datore di lavoro, il preavviso di licenziamento è fissato in 8 giorni, mentre per le dimissioni tale limite è di 4 giorni.

Per lavoratori contrattualizzati oltre le 25 ore a settimana e con anzianità sotto i 5 anni, oppure per lavoratori con anzianità superiore ai 5 anni ma con orario fino a 25 ore a settimana, il preavviso licenziamento è pari a 15 giorni, mentre il preavviso dimissioni è pari a 8 giorni. Infine, per i lavoratori con contratto oltre le 25 ore a settimana e che da oltre 5 anni prestano servizio per lo stesso datore di lavoro, il preavviso per licenziamento e dimissioni è rispettivamente di 30 e 15 giorni.