Lavoro

In pensione 5 o 7 anni prima nel 2021, in manovra si potenziano gli scivoli

Giacomo Mazzarella - 17 dicembre 2020

Pensione 5 anni prima, 2 anni di Naspi, lavoro orario ridotto e Cig potenziata, queste le misure in manovra, tra cui conferma per isopensione e potenziamento del contratto di espansione.

La legge di Bilancio potrebbe riservare un potenziamento del contratto di espansione e misure molto importanti per aziende di grandi e piccole dimensioni. La corsa al pensionamento potrebbe essere più semplice nel 2021 grazie alla manovra finanziaria e ad alcune misure che la legge di Bilancio potrebbe potenziare.

Parliamo dei contratti di espansione che permettono l’uscita per chi si trova a 5 anni di distanza dal pensionamento, della conferma dell’isopensione prevista dalla legge Fornero e di alcuni ammortizzatori sociali che uscirebbero più completi per determinati lavoratori in servizio in altrettanto determinate aziende.

Gli scivoli per la pensione

Oltre all’ispoensione, misura nata con la legge Fornero e ancora in vigore l’anno venturo, che permette l’uscita a chi è a sette anni dai requisiti per pensione di vecchiaia o pensione anticipata, la legge di Bilancio potrebbe potenziare il contratto di espansione. In questo caso uscita concessa a chi si trova a 5 anni dai requisiti di pensionamento e possibilità estesa anche ad aziende sotto i 500 dipendenti.

Il governo quindi starebbe pensando a potenziare alcune misure che consentono il prepensionamento dei lavoratori, sfruttando l’aiuto delle aziende che hanno interesse a rinverdire l’organico. Oltre al prolungamento di alcune misure in scadenza il 31 dicembre 2020, ovvero opzione donna e Ape sociale, anche l’isopensione dovrebbe essere confermata in manovra. Quindi, in pensione potrebbero andarci i lavoratori che con accordi aziendali e sindacali, riuscirebbero ad anticipare anche a 60 anni l’uscita.

E si potrebbe anticipare l’uscita o continuare a lavorare ad orario ridotto, con il contratto di espansione, che nel 2021 con il ritocco nella legge di Bilancio, cambierebbe platea dei beneficiari, passando da aziende con almeno 1.000 dipendenti ad aziende a partire da quelle con almeno 250 dipendenti.

Aziende di grandi dimensioni e organico dipendenti, cosa potrebbe succedere?

Per le aziende più grandi inoltre, verrebbe previsto anche un contributo dello Stato per favorire il ricambio generazionale dei dipendenti. Parliamo di aziende con almeno 500 dipendenti e come contributo statale ci sarebbe l’aiuto per favorire la Naspi fino a due anni. Inoltre si parla anche di agevolare il ricorso alla Cassa Integrazione, con riduzione dell’orario di lavoro anche fino al 30%.

Il contratto di espansione potrebbe davvero tornare utile adesso che con lo stop al divieto dei licenziamenti per via del Covid, molte cose potrebbero cambiare nelle aziende.

E se l’Isopensione è una misura che ha tutti i costi a carico dell’azienda, dai contributi alle indennità di prepensionamento, con il contratto di espansione lo Stato viene incontro alle imprese, con un contributo Naspi. Inoltre rispetto all’Isopensione il contratto di espansione prevede anche un lato di politiche attive del lavoro molto spiccato, con la possibilità di ridurre l’orario di lavoro anche a dipendenti più giovani favorendone la formazione.

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